Austin sembrava terra fertile per il quinto titolo iridato di Lewis Hamilton, ma, tra la vittoria di Kimi Raikkonen, il gran 2° posto di Max Verstappen e il 4° di Sebastian Vettel dopo il testacoda di inizio gara, la festa è stata rimandata di una settimana. Infatti, in Messico, l’inglese della Mercedes avrà a disposizione un altro match point per archiviare a suo favore anche la stagione 2018 di Formula 1.
Il distacco di 70 punti resta quasi incolmabile per Vettel, che giunge alla tappa messicana dopo due gare molto difficili in Giappone e Stati Uniti. Tra penalità ed errori quasi grossolani contro le Red Bull di Verstappen e Ricciardo, il tedesco ha rischiato di gettare all’aria, in entrambe le gare, le già pochissime speranze di tenere aperto il campionato fino alla fine. La vittoria di Raikkonen ad Austin è stata una boccata d’aria freschissima per tutto il team di Maranello, che dovrà cercare di sfruttare al meglio le difficoltà Mercedes in queste ultime gare dopo il divieto di usare i mozzi forati, che faranno molto discutere in questo tramonto di campionato.
Possibili arbitri di queste ultime battute di stagione potrebbero essere le Red Bull, che negli Stati Uniti hanno mostrato di poter giocare alla pari con Mercedes e Ferrari, almeno in gara. Ma se Verstappen ha avuto una domenica quasi perfetta, riuscendo quasi a conquistare la vittoria nonostante il 18° posto di partenza, non si può dire lo stesso di Ricciardo, giunto al settimo ritiro stagionale.
CLASSIFICA PILOTI
1° Lewis Hamilton (Mercedes) – 346 punti
2° Sebastian Vettel (Ferrari) – 276 punti
3° Kimi Raikkonen (Ferrari) – 221 punti
4° Valtteri Bottas (Mercedes) – 217 punti
5° Max Verstappen (Red Bull) – 191 punti
6° Daniel Ricciardo (Red Bull) – 146 punti
7° Nico Hulkenberg (Renault) – 61 punti
8° Sergio Perez (Force India) – 57 punti
9° Kevin Magnussen (Haas) – 53 punti
10° Fernando Alonso (McLaren) – 50 punti
11° Esteban Ocon (Force India) – 49 punti
12° Carlos Sainz (Renault) – 45 punti
13° Romain Grosjean (Haas) – 31 punti
14° Pierre Gasly (Toro Rosso) – 28 punti
15° Charles Leclerc (Sauber) – 21 punti
16° Stoffel Vandoorne (McLaren) – 8 punti
17° Marcus Ericsson (Sauber) – 7 punti
18° Lance Stroll (Williams) – 6 punti
19° Brendon Hartley (Toro Rosso) – 4 punti
20° Sergey Sirotkin (Williams) – 1 punto
CLASSIFICA COSTRUTTORI
1° Mercedes – 563 punti
2° Ferrari – 497 punti
3° Red Bull – 337 punti
4° Renault – 106 punti
5° Haas – 84 punti
6° McLaren – 58 punti
7° Racing Point Force India – 47 punti
8° Toro Rosso – 32 punti
9° Sauber – 28 punti
10° Williams – 7 punti
IL CIRCUITO – L’Autodromo Hermanos Rodriguez è tornato a far parte del Circus della Formula 1 dal 2015, dopo anni di ristrutturazione e ammodernamento dell’impianto, che venne costruito nel 1959 a seguito di un accordo tra il presidente messicano Adolfo Lopez Mateo e il padre dei fratelli Rodriguez. Proprio a loro, i piloti Ricardo (che qui perse la vita nel 1962) e Pedro, è intitolato il circuito sito nell’area del parco sportivo Magdalena Mixiuhca, di cui vennero usate le strade interne per realizzare la primissima versione della pista, la cui curva simbolo era la Peraltada, una sopraelevata in leggera pendenza che riportava le vetture sul rettilineo di partenza. La prima edizione del Gran Premio del Messico di Formula 1 si svolse nel 1963 e Jim Clark ne fu il vincitore, mentre nel 1992, ultimo anno prima della lunga pausa dal Circus, trionfò Nigel Mansell.
Il restyling alla pista messicana porta la firma dell’architetto Hermann Tilke, che è riuscito a mantenere quasi inalterata l’essenza del tracciato originario, con la sola sezione della Peraltada che è stata profondamente modificata. Dal 2015 l’Autodromo Hermanos Rodriguez conta 4,304 m, con un totale di 17 curve (10 a destra e 7 a sinistra) ed è un circuito molto vario dal punto di vista tecnico. Il rettifilo di partenza (Recta Principal) ha una lunghezza di ben 1.2 km ed è qui che Valtteri Bottas, nel 2016, ha fatto segnare il nuovo record di velocità massima in gara, ben 372,5 km/h. Poi segue la sezione lenta dell’ex curva Hairpin (oggi è una curva a due apici verso destra), prima di uno punti fondamentali della pista messicana, ovvero quello delle Esses, una serie di curve veloci che mettono alla prova il carico aerodinamico delle vetture. Chiude il tracciato la nuova, moderna e suggestiva parte a bassa velocità che attraversa l’ex stadio di baseball Foro Sol, prima di reimmettersi sul rettilineo con la parte finale di ciò che era la Peraltada.
Una particolarità importante dell’Hermanos Rodriguez è l’altitudine. Infatti, situato a 2.300 metri di quota dal livello del mare, il tracciato mette a dura prova l’aerodinamica e la potenza dei motori a causa dell’aria rarefatta.
ON BOARD LAP – Riviviamo la pista messicana con il giro che l’anno scorso valse il giro più veloce in gara a Sebastian Vettel, in 1:18.785.
ALBO D’ORO – I piloti più vincenti della storia del Gran Premio del Messico sono Jim Clark, Alain Prost e Nigel Mansell, tutti con due successi sull’Hermanos Rodriguez. Da sottolineare anche l’edizione del 1991, che venne dominata dal nostro Riccardo Patrese con pole e vittoria. Nelle ultime tre edizioni dal rientro del Messico in Formula 1, i trionfi sono stati spartiti fra Rosberg (2015), Hamilton (2016) e Verstappen (2017).
PIRELLI – Per il weekend messicano sul velocissimo tracciato dell’Hermanos Rodriguez, la Pirelli ha deciso di puntare sulle mescole più morbide del proprio lotto, ovvero le hypersoft (banda rosa), le ultrasoft (banda viola) e le supersoft (banda rossa). Le mescole hypersoft saranno utilizzate per la quinta volta in stagione ed essendo una novità per la pista messicana, potranno portare ad abbattere gli esistenti record della pista, come già avvenuto svariate volte nel corso dell’annata. La scelta di portare gomme così morbide è dettata anche dalla poca abrasività della pista, con un asfalto liscio e scivoloso che diminuisce l’usura degli pneumatici. Ciò va di pari passo con la lunghezza della pit-lane, che potrebbe portare i team a optare per una strategia di una sola sosta, per risultare più rapidi nel completare la gara. Nonostante la scarsa abrasività della pista, gli pneumatici saranno sollecitati per via dell’altitudine, visto che le vetture dovranno fare grande affidamento al grip delle gomme per sfruttare al meglio il proprio pacchetto aerodinamico, messo a dura prova dall’aria rarefatta.
Mario Isola, responsabile Car Racing della Pirelli, ha così commentato il Gran Premio del Messico dal loro punto di vista: “La nomination per la gara in Messico è effettivamente la stessa che porteremmo su un circuito cittadino. Ci aspettiamo che su questa pista i Team gestiscano i livelli di usura e degrado dei pneumatici al fine di impostare una strategia su una sosta, considerato anche il tempo per percorrere la pit lane. Un altro fattore importante è quello del meteo: in passato si sono viste condizioni molto varie in questo periodo dell’anno. Su questo tracciato negli ultimi anni ci sono stati alcuni incidenti, e le probabilità che entri la safety car superano il 60%. Di conseguenza, è fondamentale per i Team mantenere una certa flessibilità nella strategia di gara”.
IL CIRCUITO DAL PUNTO DI VISTA DEGLI PNEUMATICI
PRESSIONI MINIME ALLA PARTENZA (SLICK)
CAMBER MASSIMO
SET A DISPOSIZIONE PER L’INTERO WEEKEND
ORARI TV – Come accaduto per il Gran Premio degli Stati Uniti, anche per il Messico TV8 trasmetterà in diretta e in chiaro le qualifiche e la gara, mentre Sky Sport F1 avrà l’esclusiva delle tre sessione di prove libere di venerdì e sabato mattina.
VENERDI’ 26 OTTOBRE
17.00 – Prove Libere 1 (Sky Sport F1)
21.00 – Prove Libere 2 (Sky Sport F1)
SABATO 27 OTTOBRE
17.00 – Prove Libere 3 (Sky Sport F1)
20.00 – Qualifiche (Sky Sport F1, TV8)
DOMENICA 28 OTTOBRE
20.10 – Gara (Sky Sport F1, TV8)