Dov’eravamo rimasti? Ah sì, al weekend pressoché perfetto di Marc Marquez, giunto alla terza vittoria stagionale; alla rinascita di Petrucci, al primo podio del 2019 e per la prima volta al livello di prestazioni di Dovizioso; al coriaceo 4° posto di Miller, ora seriamente candidato al posto di ufficiale per l’anno prossimo; alle vittorie a sorpresa di Marquez e McPhee in Moto2 e Moto3 e all’ammutinamento della Dea Bendata nei confronti degli italiani. Questi i punti chiave che dovranno essere sviscerati, e dai quali dovremo ripartire per il prossimo Gran Premio, quello del Mugello. Delineiamo il quadro della situazione.
MOTOGP – Il weekend francese non ha fatto altro che confermare il quadro generale che va avanti da inizio stagione: Marquez in fuga solitaria; Ducati prima forza, a livello di moto, del Mondiale; Rossi emblema della costanza e del solito coniglio estratto dal cilindro; Vinales e Lorenzo ombre evanescenti del loro talento.
Marc Marquez si giocherà il primo jolly della stagione. Il Cabroncito non ha mai brillato sul circuito toscano, rappresentando così una delle poche bestie nere dell’intero calendario. Una sola la vittoria in top class, ottenuta nel 2014 dopo un duello all’ultimo giro con Jorge Lorenzo; duello ripetuto poi nel 2016, con esito invertito. Due gli zeri, pesanti, nel 2015 e l’anno scorso, dopo una scivolata alla Scarperia. Al Mugello, il #93, dovrà per la prima volta tirare i remi in barca.
E le Ducati, di Andrea Dovizioso, Danilo Petrucci, Jack Miller, Pecco Bagnaia e, eccezionalmente, Michele Pirro, dovranno approfittarne. E’ risaputo anche alle popolazioni eschimesi che il Mugello è un tracciato storicamente e “strutturalmente” adatto alle moto di Borgo Panigale. Nonostante Honda abbia compiuto passi da gigante in termini di motore, Ducati può contare sia su quel margine, seppur minore rispetto al passato, di potenza massima, sia sul feeling tra i piloti e il circuito toscano. Dovi ha vinto nel 2017; Petrux ha ottenuto il primo podio sull’asciutto nello stesso anno; Miller, a prescindere, deve fare risultato per ambire alla sella da ufficiale; Michele deve riscattare quel brutto incidente dello scorso anno. A incendiare l’atmosfera, le dichiarazioni di Paolo Ciabatti, Direttore Sportivo, che lasciano supporre novità succose per la tappa italiana.
A proposito di Italia: che ruolo reciterà Valentino Rossi? La risposta a questa domanda è degna dei migliori rebus della Settimana Enigmistica, data la meteoropatia e la “layoutopatia” della M1 targata Yamaha. Il Dottore per eccellenza sino ad ora è stato l’emblema della costanza, ricavando sempre il massimo da ogni gara, a volte sorpassando i limiti stessi della moto e, di conseguenza, fornendo prestazioni oltre il normale. La classifica generale lo vede quarto, non distante dalla vetta. I ricordi del Mugello, lontani (le sette vittorie consecutive negli anni d’oro) e vicini (le pole del 2016 e del 2018) potranno dargli quel boost in più per recitare la parte del protagonista?
Infine, Maverick Vinales e Jorge Lorenzo saranno soggetti ad uno scossone, di quelli pesanti. Lo spagnolo della Yamaha dovrà assolutamente risolvere i problemi di partenza e di gestione gomma nelle prime fasi di gara, oltre che instaurare un rapporto più amichevole con la Fortuna; il Por Fuera, invece, sarà chiamato al primo vero e proprio “dentro o fuori”. Se le voci, circolanti nei giorni scorsi, che lo volevano licenziato da Honda, sono state smentite, potranno non metterci molto a diventare vere, se il trend non dovesse invertirsi.
MOTO2 – Alex Marquez ha recitato la parte del leone in Francia, tornando davanti a tutti dopo molto tempo e addirittura infervorando il mercato piloti: voci infatti affermano di cenni d’intesa tra Ducati Pramac e il fratello di Marc. Classe regina o meno, Alex dovrà dare continuità ai risultati, ora che la vittoria è tornata, e che Xavi Vierge, team-mate, è stato battuto.
Dopo il podio di Jerez, Jorge Navarro ha conquistato ancora un secondo posto a Le Mans. Quale miglior occasione per conquistare il terzo podio consecutivo, nel Paese del suo team, la SpeedUp di Luca Boscoscuro? Stessa, auspicata, aspettativa per Fabio Di Giannantonio, esploso al pubblico mondiale nel 2016 proprio fra le colline toscane.
Chiamati alla riscossa tutti gli italiani. Primi fra tutti Lorenzo Baldassarri e Mattia Pasini, mattatori storici del Mugello, incidentati la scorsa settimana; Simone Corsi, autore di una gara da urlo a Le Mans, poi sfortunatamente caduto; Nicolò Bulega, in netta ascesa dopo l’infortunio; Enea Bastianini, protagonista costante delle gare tricolore; e infine Luca Marini, alla ricerca del vero bandolo della matassa di questo inizio stagione.
MOTO3 – Nella classe cadetta gli equilibri si rovesciano gara dopo gara. E’ difficile credere, infatti, che John McPhee, vincitore a Le Mans, possa ripetersi con costanza nel corso della stagione, anche se mai dire mai. Certo è che la prestazione in terra francese è stata degna di nota, capace di regalare al team Petronas e al pilota scozzese un’importante vittoria. Cercherà di consolidare la vetta invece Aron Canet, terzo in Francia e sempre più leader.
Come in Moto2, gli italiani dovranno necessariamente rispondere presente. A partire da Lorenzo Dalla Porta, secondo in Francia, mai però in palla al Mugello; Andrea Migno, quinto due domeniche fa, vincitore nel 2017 e sulla giusta via della risalita; Foggia, Arbolino, Antonelli e Rossi, chiamati a riscattare lo zero francese; ed infine Romano Fenati, autore di autentici capolavori in passato in sella alla KTM dello Sky VR46 Racing Team.
ON BOARD LAP – Un giro di pista con Joan Mir, in sella alla Kalex Moto2 del Team EG00, nei test pre-gara del 2018.
IL CIRCUITO – La classe regina si appresta a vivere il sesto appuntamento in calendario al Mugello. Il tracciato misura 5245 metri, si snoda sulle colline toscane ed è caratterizzato da frequenti cambi di inclinazione: se nelle curve in salita il rischio è di arrivare senza la velocità necessaria dopo una grande frenata, in quelle in discesa c’è il pericolo opposto, ossia di finire nelle vie di fuga per aver staccato troppo tardi. La pista vanta anche uno dei rettilinei più lunghi del campionato (1141 metri) che richiede un motore potente e naturalmente un impianto frenante di primo ordine per non perdere, nella massima stabilità, quanto si potrebbe aver guadagnato sul dritto.
È la curva 1, battezzata San Donato, alla quale si arriva a pieno regime dopo aver svettato su una collinetta molto spesso a ruote sollevate. Le 13 curve restanti invece sono abbastanza uniforme e permettono ai dischi in carbonio di raffreddarsi nonostante le alte temperature dell’asfalto e dell’aria in condizioni climatiche regolari. Secondo i tecnici, l’Autodromo del Mugello rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi. In una scala da 1 a 5 occupa la terza posizione. Così come per il Qatar, anche al Mugello si stacca duramente. Alla curva uno si tirano le leve a 350 km/h e nelle altre staccate a 270 km/h. I piloti usano i freni 10 volte al giro per un totale di 28 secondi, valore che corrisponde al 26 per cento della durata della gara.
La staccata più difficile, come dicevamo, è quella alla San Donato, dove si arriva a 355 km/h (qualcosa di più con la scia) e si entra in curva a 90 km/h. Per riuscirci i piloti si attaccano ai freni per 5,2 secondi durante i quali percorrono 288 metri. La decelerazione è brutale: il carico sulla leva è di 5,4 kg e la pressione del liquido freno di 9,3 bar. La pressione di quest’ultimo tocca invece i 9,5 bar nelle curve 10 (Scarperia) e 12 (Correntaio), ed equivale al triplo della pressione di una bottiglia di spumante: in entrambi i casi le moto vi arrivano a meno di 240 km/h e frenano per circa 4 secondi ma il carico sulla leva è di 5,5 kg. Da segnalare anche i 204 metri della frenata alla curva Bucine (14) dovuti alla discesa che introduce sulla retta finale: i prototipi della classe regina passano da 265 km/h a 108 km/h in 4,2 secondi con una decelerazione massima di 1,5 g.
LA PAROLA A MICHELIN – “Il Mugello è sicuramente una delle piste più speciali in calendario. I pneumatici devono lavorare sodo per tutto il fine settimana e dobbiamo avere una selezione che può coprire un sacco di eventualità. Può essere freddo al mattino, prima che il sole riscaldi l’asfalto, e poi quando lo fa la pista può diventare molto calda, quindi abbiamo bisogno di una selezione per coprire tali variazioni di temperatura. Inoltre il circuito è caratterizzato da velocità molto elevate e da brusche frenate, dobbiamo quindi dobbiamo selezionare pneumatici che soddisfino tali esigenze. I nuovi pneumatici hanno già dimostrato che possono adattarsi a queste situazioni. Non vediamo l’ora scendere in pista al Mugello, siamo certamente all’altezza del compito“.
ALBO D’ORO – Prendendo come forbice temporale l’arco 1997-2018, il pilota più vincente è Valentino Rossi, a quota 9 successi, seguito da Jorge Lorenzo a quota 7 e Roberto Locatelli e Mattia Pasini appaiati a quota 3.
ORARI TV – Il Gran Premio sarà disponibile in diretta ed in esclusiva sulla piattaforma satellitare e digitale Sky, ai canali Sky Sport MotoGP HD e Sky Sport Uno HD; in chiaro, in diretta, sul canale TV8.