Dopo tre settimane di pausa, la NTT IndyCar Series riapre ufficialmente i battenti. La categoria americana torna ad accendere i motori per la quinta gara stagionale, che verrà disputata in uno degli scenari più belli e prestigiosi del panorama internazionale del motorsport. Sabato la IndyCar correrà infatti sul circuito di Indianapolis, ricavato all’interno del noto ovale.
L’IndyCar Grand Prix da sei anni è diventato l’appuntamento che sancisce di fatto l’inizio della Road To Indy, la marcia di avvicinamento alla 500 Miglia di Indianapolis, la gara più importante dell’anno per la serie statunitense. Nonostante lo scetticismo iniziale attorno all’evento, con tanto di scarsi risultati al botteghino e spalti semi deserti in occasione della gara di debutto all’Infield nel 2014, la IndyCar ha continuato a compiere importanti sforzi nel promuovere il GP di Indianapolis, e col passare degli anni la corsa ha riscosso un crescente successo. Il fascino della pista, unito a gare quasi sempre interessanti e ricche di azioni, ha contribuito a rinforzare lo status dell’evento e a renderlo un punto fermo nel calendario della IndyCar e nella strada che porta verso la Indy 500.
IL CIRCUITO – Il GP di Indianapolis si corre su un tracciato originariamente costruito per ordine di Tony George, patron di Indianapolis e della IRL, fra il 1998 e il 1999. All’epoca l’obiettivo di George era quello di riportare la Formula 1 negli Stati Uniti, e l’intento fu centrato nel 2000, quando il Circus andò a correre per la prima volta nell’Indiana. La IndyCar per la sua gara utilizza la base del circuito realizzato per la Formula 1, ma il layout è stato modificato dopo dei lavori di ristrutturazione dell’infield effettuati nel 2012 e 2013. Non a caso la pista con la configurazione precedente era lunga più di 4 km, mentre ora la IndyCar gira su un tracciato di 3 km e 925 metri, con una gara che si articola su 85 giri.
La differenza principale fra vecchio e nuovo layout consiste nel fatto che la Formula 1 percorreva quasi tutta la sopraelevata, per ricongiungersi sul rettifilo del traguardo, mentre la IndyCar ha preferito scartare questa soluzione in favore di un paio di tornantini da seconda marcia. La configurazione della pista scelta dagli americani è però molto più veloce di quella realizzata alla fine del secolo scorso nel primo e secondo settore. La Formula 1 dopo curva 5 girava a destra per percorrere delle curve a bassa velocità e poi arrivare su un rettilineo. La IndyCar ha preferito evitare di percorrere quella parte lenta, inserendo una chicane veloce in curva 5 per far arrivare le monoposto ad alta velocità sul rettifilo, così da aumentare il numero di sorpassi nell’arco della gara. I tornanti successivi al rettilineo sono leggermente più veloci rispetto a quelli del layout precedente.
COSÌ ANDÒ NEL 2018 – Dopo aver conquistato con pieno merito la pole position, Will Power si è aggiudicato anche la gara, centrando il primo acuto stagione. Il pilota australiano, dopo essere stato superato da Wickens nelle fasi successive al primo pit stop, si è ripreso la leadership nel corso del cinquantunesimo passaggio, sfruttando al massimo la scelta delle gomme morbide per il terzo stint di gara. Superata indenne l’ultima sosta, il pilota del team Penske ha gestito nel finale la prima posizione dal ritorno di uno scatenato Dixon. Il pilota del team Ganassi, partito dalla diciottesima posizione, ha progressivamente rimontato il gruppo fino a sbarazzarsi di Wickens in un duello duro, ma corretto. Nel finale Dixon ha provato senza successo a tenere il ritmo di uno scatenato Power, ma ha comunque ottenuto un’ottima seconda posizione, arrivando davanti a Wickens, al secondo podio stagionale e al terzo piazzamento nella top five su cinque gare. Fuori dal podio Bourdais, che ha rischiato di perdere punti importanti a causa di un attacco avventato di Newgarden, che si è risolto con un testacoda del campione IndyCar 2017 con conseguente caution.
STATISTICHE E CURIOSITA’ – Se la 500 Miglia di Indianapolis è l’appuntamento dell’anno per la IndyCar, quello della corsa sul circuito ricavato all’interno dell’ovale non è una tradizione radicata nel tempo, dato che quella di quest’anno è la sesta edizione dell’evento. Solamente nel 2014 la serie a stelle e strisce ha scelto di dare il via alla Road To Indy con una gara da disputare nell’Infield. Ad aggiudicarsi la prima corsa tenuta dalla IndyCar sulla pista di Indianapolis è stato Simon Pagenaud, all’epoca al suo ultimo anno di militanza con lo Schmidt-Peterson prima di siglare un contratto con Penske al termine di quella stagione. Dal 2015 in poi Penske ha letteralmente dominato la scena a Indianapolis, con quattro vittorie consecutive. Mattatore indiscusso sulla pista dell’Indiana è stato Will Power, che ha trionfato in tre diverse occasioni. L’australiano è salito sul gradino più alto del podio nel 2015, 2017 e 2018 come detto prima.
Chip Ganassi Racing e Andretti Autosport non sono ancora riuscite a vincere il GP di Indianapolis, ma ci sono andati vicino in più di un’occasione. Negli ultimi due anni Scott Dixon ha ottenuto due piazze d’onore, mentre la compagine di Michael Andretti è salito per due volte sul podio grazie a Ryan Hunter-Reay, giunto secondo sul traguardo nel 2014 e terzo nel 2017. Proprio Hunter-Reay aveva conquistato la prima pole di sempre a Indianapolis, ma si è visto togliere i suoi migliori tempi nella Fast Six a causa di un testacoda, lasciando perciò in eredità la pole a Sebastian Saavedra. Molto vicino al successo è andato anche Castroneves, che è arrivato secondo nel 2016 e terzo nel 2014.
Nessuna gloria per gli italiani a Indianapolis, con Luca Filippi che nel 2015 ha preso la bandiera a scacchi in quattordicesima posizione dopo aver perso progressivamente terreno nel corso della gara a causa di alcuni danni riportati in un incidente nelle fasi iniziali della corsa.
TV – L’appuntamento con l’IndyCar Grand Prix sul circuito di Indianapolis è fissato per le 21.40 ora italiana. La gara verrà trasmessa in diretta e in esclusiva sulla piattaforma streaming e on demeand a pagamento DAZN. Al commento come di consueto ci sarà Giulio Rangheri.