C’è ancora tempo per ridisegnare la classifica iridata della classe regina e la prossima prova in calendario, la dodicesima della stagione, vede come palcoscenico la pista di Silverstone. Come da previsione il fine settimana austriaco si è concluso in favore di un pilota della Ducati, con la vittoria di Jorge Lorenzo che ha battuto nel testa a testa finale Marc Marquez. Il maiorchino, al terzo successo del 2018, è sempre più a suo agio con la Desmosedici: ora è tra gli ultimi a frenare, è diventato uno staccatore puro e ha dettato legge nel corpo a corpo con il futuro compagno di squadra, portandosi al terzo posto assoluto in classifica.
Adesso, però, tocca ad Andrea Dovizioso rispondere e confermasi al top sulla pista inglese, che lo vide trionfare 12 mesi fa, mentre Marquez avrà ancora una volta il vantaggio di poter gestire la situazione, forte del suo vantaggio sugli inseguitori.
Sul podio del 2017 salirono le due Yamaha ufficiali, ma attualmente quel risultato sembra quasi un miraggio. Valentino Rossi e Maverick Viñales hanno preso parte insieme ad altri team della classe regina ad una giornata di test privati a Misano per cercare di risolvere i problemi che da tempo franano i prototipi di Iwata, ma le difficoltà si sono fatte sentire e non sarà affatto facile trovare una via d’uscita. I tecnici giapponesi hanno fatto pubbliche scuse ai piloti in Austria e Valentino ha usato parole pesanti per descrivere la situazione. Ci sarà luce in Inghilterra? Nonostante tutto Rossi è attualmente secondo in campionato con 142 punti.
Ad emozionare questa stagione di MotoGP è anche la corsa per essere il miglior pilota non ufficiale. Danilo Petrucci (Alma Pramac Racing) è sesto in classifica alle spalle di Viñales, e dietro di lui ci sono Johann Zarco (Monster Yamaha MotoGP) e Cal Crutchlow (LCR Honda Castrol): Silverstone sarà l’ennesima battaglia tra i tre, con l’inglese che sarà spinto dal calore del suo pubblico di casa.
IL CIRCUITO – Il circuito di Silverstone è uno degli autodromi con più storia al mondo. Proprio qui, infatti, il 13 maggio 1950, si svolse la prima gara della massima serie automobilistica, vinta da Nino Farina su Alfa Romeo.
Silverstone nasce nel 1943 come aeroporto militare della RAF e rispetta la configurazione standard degli aeroporti britannici della Seconda Guerra Mondiale, con tre piste disposte a triangolo. Subito dopo la fine della guerra, nell’aeroporto vennero realizzate le prime corse automobilistiche, dove le tre piste d’atterraggio venivano collegate con delle curve delimitate da alcune balle di paglia. In occasione della prima corsa di Formula 1 nel 1950, gli organizzatori modificarono il layout per creare un circuito vero e proprio, sfruttando anche le vie perimetrali della struttura.
Per 37 anni il layout della pista è rimasto pressoché invariato, con solo una piccola modifica nel 1975, quando venne introdotta una chicane per cercare di limitare la velocità di percorrenza della curva Woodcote. Nel 1987 venne modificata la curva Bridge, mentre i lavori di ristrutturazione del biennio 1990-91 rivoluzionarono in gran parte il circuito, cosa non molto gradita ai piloti dell’epoca.
Nel 2010 il circuito venne allungato di circa 760 metri, mentre dal 2011 il layout subì un’altra importante modifica: la linea del traguardo venne spostata tra le curve Club e Abbey (mentre in precedenza era tra le curve Woodcote e Copse), dove vennero costruite nuove strutture per ospitare i box e il paddock della Formula 1.
Il vecchio tratto del circuito che va dalla Woodcote alla Stowe (curva famosa per il grande incidente di Michael Schumacher del 1999, nel si fratturò tibia e perone della gamba destra, ndr) rimane, comunque, uno dei più veloci e affascinanti di tutto il circuito, con la serie di curve sinistra-destra Maggotts-Becketts-Chapel davvero esaltanti sia per i piloti sia per gli appassionati, che ogni anno affluiscono numerosi a Silverstone. Basti pensare che l’architetto Hermann Tilke, nella progettazione del Circuit of The Americas di Austin, ha cercato persino di riprodurle in un tratto della pista texana.
ON BOARD LAP
MOTO2 – La gara austriaca della classe mediana è stata intensa e si è conclusa con un bel testa a testa tra Francesco Bagnaia e Miguel Oliveira. I due piloti sono gli indiscussi protagonisti del campionato e i 76 punti di differenza che li separano dal terzo in classifica generale, Alex Marquez, la dicono lunga sul ritmo che le future stelle della MotoGP hanno impresso alla Moto2 di quest’anno. L’italiano dello Sky Racing Team VR46 detta il passo con 189 lunghezze iridate, il portoghese lo tiene a tiro con 186.
A Silverstone potrebbe tornare a lottare per il podio e per la prima vittoria Luca Marini. Il compagno di squadra di Bagnaia è il nome in ascesa della categoria. Al terzo podio consecutivo, il fratello d’arte vuole il primo successo della sua bella avventura nel Motomondiale.
MOTO3 – Al Red Bull Ring è stato un fine settimana di forti emozioni per la classe più leggera. In Stiria ha vinto Marco Bezzecchi, che ora svetta di 12 punti in classifica iridata sugli inseguitori. Il giovane talento della VR46 Riders Academy si si è preso tutto, dalla pole ad una leadership netta nel corso della gara, ma dalla prova austriaca è emerso che il campionato resterà aperto fino alla fine.
Primo degli avversari di Bezzecchi è Jorge Martin, che a Spielberg ha dato un segnale fortissimo. Il suo è stato un GP da ricordare: dopo il rientro dall’infortunio lo spagnolo, al peggio della condizione fisica, ha dato battaglia fino alla fine provando anche a strappare il successo di corsa al romagnolo.
In terza posizione iridata resta Fabio Di Giannantonio, autore di una prova non brillante tra le curve del Ring. Ha invece fatto benissimo Enea Bastianini, che ha interpretato una gara di recupero fino alla piazza d’onore. Il Bestia si rilancia in campionato dove ora è quinto alle spalle di Aron Canet.
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