Dov’eravamo rimasti? Ah sì, all’ennesima dimostrazione di strapotere tecnico e mentale di Marc Marquez; al secondo posto di Andrea Dovizioso, antagonista ormai virtuale del Cabroncito; al podio a sopresa di Jack Miller, ora divenuto abile nella gestione gomme; al quarto posto di Alex Rins, sempre in lotta coi migliori; al 6° posto di Valentino Rossi, simbolo di una lenta ripresa; all’autorevole vittoria di Alex Marquez e ai sorprendenti podi rookie di Fabio Di Giannantonio ed Enea Bastianini in Moto2; alla vittoria in zona cesarini di Aron Canet sul trio italiano Lorenzo Dalla Porta – Tony Arbolino – Nicco Antonelli. Questi i punti chiave che dovranno essere sviscerati, e dai quali dovremo ripartire per il prossimo Gran Premio, quello di Spielberg. Delineiamo il quadro della situazione
MOTOGP – Il weekend ceco ha prospettato agli spettatori un quadro ormai noto da inizio stagione, se non dagli ultimi anni: un Marc Marquez che non solo vince, ma domina e strozza sul nascere ogni tentativo avversario di rivalsa. Ad oggi, lo strapotere fornito dalla coppia Marquez-Honda è inarrivabile per chiunque. Se il Cabroncito, seppur proprietario di uno score invidiabile, dovesse piazzare il colpo da 25 punti al Red Bull Ring, qualcuno dovrebbe farsi più di qualche domanda.
E quel qualcuno è Ducati. La casa di Borgo Panigale ha sempre monopolizzato la scena in terra austriaca, vincendo prima con Iannone, poi con Dovizioso ed infine con Lorenzo lo scorso anno. Andrea Dovizioso avrà il compito di mantenere intatto quel dominio, traendo spunto dalla positività infusa dal podio di Brno, da una serie di piste che potrebbero quantomeno mantenere in lotta virtuale per il titolo il Campione romagnolo, e dal vivo ricordo della battaglia del 2017, una delle più intense ed entusiasmanti.
I lunghi rettilinei dell’ex A1 Ring potranno mettere ancora una volta sotto i riflettori Jack Miller che, dopo il podio maturo di Brno, non disprezzerebbe certo un nuovo weekend da protagonista. Occasione buona anche per riscattare il pessimo 16° posto dell’anno scorso. Occasione per rimediare alla mediocre prestazione ceca sarà invece per Danilo Petrucci, chiamato a ritrovare quello smalto lasciato tra ombrelloni e lettini in vacanza. Occasione per testare i progressi in accelerazione e velocità massima invece per Alex Rins e Suzuki, chiamati a sottoscrivere un abbonamento fisso in prima classe.
Yamaha, invece, torna sul luogo del delitto un anno dopo le scenografiche scuse in conferenza di Kouji Tsuya, capo dei progettisti. La casa nipponica aveva toccato il punto più basso della sua recente storia, risollevando parzialmente la testa nel finale di stagione. Quest’anno la situazione è ancora più mutevole. Le prestazioni di Valentino dipenderanno dalla salute della M1: se pessima, ci metterà una pezza. Per Vinales dipenderà dalla partenza, per Quartararo dall’esuberanza e per Morbidelli dalla concentrazione mentale.
MOTO2 – La classe intermedia rischia di diventare la fotocopia di quella regina. Alex Marquez, fratello di Marc, sembra aver scoperto l’elisir di lunga competitività, crescendo in carattere e talento in un battito di ciglia, dopo aver espiato 4 anni di purgatorio. Si ripresenta in Austria, da leader del Mondiale, un anno dopo la caduta all’ultimo giro mentre era in lotta per il 3° posto con Luca Marini, deciso a migliorare quel risultato. Al pari proprio del fratello di Valentino, ai piedi del podio in Repubblica Ceca; o di Fabio Di Giannantonio ed Enea Bastianini, al settimo cielo dopo il 2° e il 3° posto di Brno; oltre ai soliti noti Luthi, Schrotter, Navarro e compagnia cantante.
MOTO3 – “Una cosa è certa: il Mondiale, in classe cadetta, lo vince chi è più costante e chi viene preso in pieno meno volte” (cit. Antonio Cicerale, admin TrollGP). Ed è proprio questa variabilità della Moto3 a vedere in testa alla classifica un pilota cinico, regolare e competitivo quale Aron Canet. La zampata all’ultimo giro ai danni del trio italiano delle meraviglie ha confermato, ancora una volta, la solidità del pilota spagnolo, magari meno esplosivo rispetto ad altri, ma molto più costante. Agli italiani, ovvero Dalla Porta, Arbolino, Antonelli, Fenati, Migno, il compito di fermarlo. Sperando di non dover ricorrere, ancora, a rimonte mistiche.
MOTOE – Il campionato 100% elettrico torna a far capolino nel weekend austriaco. Si riparte dalla vittoria di Niki Tuuli, ottenuta dopo una partenza “alla Vinales” dalla pole position, seguita da una spericolata rimonta, conclusa in prima posizione prima dell’esposizione della bandiera rossa in seguito alla caduta di Savadori. Col finlandese sul podio anche Bradley Smith e Mike Di Meglio. Oltre a questi piloti, favoriti per l’unico precedente, ci si aspetta la reazione di Hector Garzo, Alex De Angelis, Niccolo Canepa e Sete Gibernau. Novità nel weekend: i 18 corridori potranno infatti beneficiare di un turno suppletivo al sabato mattina, in poche parole una FP3 da 20 minuti.
ONBOARD LAP – Un giro di pista con Andrea Iannone, nel 2016, in sella alla Ducati GP16 in occasione dei test estivi.
IL CIRCUITO – Il Red Bull Ring nasce dalle ceneri del vecchio Österreichring, il più importante circuito austriaco fino alla fine degli Anni ’80. A partire dal 1996, l’autodromo è stato completamente ristrutturato ed è stato rivisto profondamente anche il layout del tracciato, portato dai 5942 metri iniziali ai 4326 attuali. I lavori, guidati dall’architetto tedesco Hermann Tilke, furono in gran parte finanziati dalla compagnia telefonica A1, che impose il proprio logo nella nuova denominazione dell’autodromo, divenuto appunto A1-Ring.
Nel 2004 la struttura venne acquistata dalla Red Bull, che avviò una nuova opera di rimodernamento dell’impianto con lo scopo di tornare ad ospitare importanti eventi motoristici come Formula 1, DTM e Motomondiale, che fino all’anno prima avevano la pista austriaca nel proprio calendario.
Dopo quattro anni di totale abbandono, dal 2008 Mateschitz diede il via libera per l’inizio dei lavori, che avrebbero però lasciato intatto l’ultimo layout presente sul circuito. Nel 2014 il Red Bull Ring è tornato così a ospitare nuovamente il Gran Premio d’Austria di Formula 1 e, dal 2016, il circuito è ritornato ad ospitare anche il Motomondiale.
LA PAROLA A MICHELIN – “E’ un circuito difficile, che insieme alla Thailandia genera una temperatura molto alta negli pneumatici. Per questo utilizziamo una costruzione particolare al posteriore, che aiuta a mantenere la temperatura un po’ più bassa. La riproponiamo anche quest’anno e pure le mescole sono uguali al 2018, perché avevano funzionato bene. Abbiamo modificato solo l’anteriore dura, che proporremo nella nuova specifica che abbiamo sviluppato durante l’inverno e che avevamo già portato anche in Argentina. Speriamo che le condizioni meteo siano un po’ migliori che a Brno, ma dalle previsioni non si direbbe. Sembra che ci siano delle perturbazioni per tutti e tre i giorni, ma che la giornata peggiore possa essere addirittura domenica. Noi comunque siamo pronti per ogni evenienza e per il bagnato abbiamo due soluzioni, la soft e la media. Sappiamo già che vanno bene, perché le due anteriori e la posteriore morbida sono le stesse di Brno. Abbiamo solo una seconda posteriore un po’ più dura rispetto a quella della Repubblica Ceca, sempre per il discorso delle caratteristiche della pista. Sarà un weekend impegnativo per noi, perché ci sarà anche la seconda gara della MotoE. Avremo 18 piloti in pista, ma loro hanno solo una specifica slick ed una specifica rain. Visto che il circuito è più sollecitante, anche per loro proporremo una mescola posteriore un po’ più rigida rispetto a quella che hanno già utilizzato in Germania, ma che sarà specifica solo per il Red Bull Ring“.
ORARI TV – Il Gran Premio sarà disponibile in diretta ed in esclusiva sulla piattaforma satellitare e digitale Sky, ai canali Sky Sport MotoGP HD e Sky Sport Uno HD; in chiaro, in differita, sul canale TV8.