Dov’eravamo rimasti? Ah sì, ai 10 secondi inflitti da Marc Marquez al resto del plotone; alla favola del cavalier Baldassarri che continua a regnare in Moto2; alla più assoluta incertezza vigente nella Moto3. Questi i punti chiave che dovranno essere sviscerati, e dai quali dovremo ripartire per il prossimo Gran Premio, quello di Austin. Delineiamo il quadro della situazione.
MOTOGP – La prestazione da schiacciasassi di Marquez ha lasciato sbigottito mezzo mondo, soprattutto perché ottenuta in condizioni “standard”, senza che nessun agente atmosferico potesse alterare alcun parametro. 10 secondi di vantaggio a fine gara sono davvero tanti, e fanno ancor più paura se si guarda al feeling ormai storico tra il cabroncito e Austin, vero e proprio fortino del #93. E’ certo e conclamato che, a meno di particolari condizioni meteorologiche, in pratica mai sperimentate, Marquez non vincerebbe solo se commettesse errori gravi.
Starà quindi alla fanteria italiana, capitanata da Andrea Dovizioso e Valentino Rossi, evitare che Marquez passi il Rubicone delle due vittorie consecutive in stagione e delle 7 sulla pista texana. L’alfiere della Ducati, sul podio nel 2015, non ha particolarmente brillato in Argentina, arrivando a consumare gli pneumatici molto prima del previsto, non riuscendo a preservare la seconda posizione, sfilatagli all’ultimo giro da Valentino Rossi. Il Dottore, coriaceo in quel sorpasso in curva 6 e 7 e nelle lotte per il podio, non ha mai brillato particolarmente sul circuito americano, cogliendo però come miglior prestazione un secondo posto nel 2017: in quell’occasione si trovò leader del Mondiale.
Obbligo morale di riscatto sicuramente per Maverick Vinales, iperveloce in qualifica, drasticamente piantato in gara. Lo spagnolo ha ancora una volta gettato alle ortiche un’ottima qualifica, steccando la partenza e faticando per tutta la gara, prima di essere centrato come un birillo da Franco Morbidelli. Il podio è un risultato sicuramente raggiungibile per il pilota di Figueres, già sul secondo gradino lo scorso anno. Tutto dipenderà dalla partenza.
Curiosità, infine, su quello che potranno offrire Jack Miller, Danilo Petrucci, Franco Morbidelli e Jorge Lorenzo. I due ducatisti saranno chiamati a ripetere la buona prestazione argentina, in particolare quella dell’australiano ha sorpreso piacevolmente; Morbido dovrà confermare la grande competitività raggiunta, cercando ora di concretizzare il tutto fin sotto la bandiera a scacchi; Jorge, invece, dovrà dimostrare che l’infortunio è ormai acqua passata, e che la confidenza con la Honda ha raggiunto un buon livello.
Inoltre, venerdì 12 aprile verrà ufficialmente ritirato il numero 69, simbolo di Nicky Hayden, dalla MotoGP. Alla cerimonia presenzieranno Carmelo Ezpeleta, CEO di Dorna, e Jorge Viegas, presidente della FIM.
MOTO2 – E’ una bella favola quella del cavalier Baldassarri, leader solitario di categoria e vincitore di 2 gare su 2. E’ soprattutto una situazione nuova, dato che il Balda a cui ci siamo tutti abituati era emblema della bravura mista a un po’ troppa incostanza, la quale lo portava a concretizzare molto meno di quanto poteva potenzialmente fare. In America l’obiettivo sarà il 3 su 3, sulla falsa riga del Morbidelli del 2017.
Dietro il leader la concorrenza è tanta, agguerrita, ma anche un po’ ingenua. Remy Gardner è sicuramente la sorpresa, secondo in Argentina e quarto in Qatar, mentre i vari Schrotter, Marquez, Luthi, Marini, Binder e Lecuona si danno così tanto a spallate che finiscono per sperperare punti e lasciare che Baldassarri spicchi il volo. In America sarà guerra.
MOTO3 – La classe dell’indecifrabilità. A parte i distacchi risicatissimi, nella classe cadetta gli equilibri tra i piloti cambiano di gara in gara. Toba, il vincitore del Qatar, è giunto solo decimo in Argentina; Masia, vittorioso a Termas, è caduto al primo giro a Losail. Gli italiani potranno sicuramente recitare la loro parte, trovando in Dalla Porta un valido generale. Ci si aspetta molto di più da Fenati, sottotono a Termas e potenzialmente molto più avanti di tutti.
ON BOARD LAP- Un giro di pista con Marc Marquez.
IL CIRCUITO – Il Circuit of The Americas (abbreviato COTA, ndr) è un circuito di ultima generazione con sede ad Austin, in Texas, progettato e realizzato da “HKS, inc.” con la supervisione dell’architetto tedesco Helmann Tilke. La costruzione del COTA termina alla fine del 2011 ed è ormai diventato la sede fissa del Gran Premio degli Stati Uniti di Formula 1 dal 2012 e del Gran Premio delle Americhe del Motomondiale dal 2013.
Il layout del tracciato vuole richiamare curve famose di altri circuiti mondiali, dalla serie di sinistra-destra che ricordano le Maggotts, Becketts e Chapel di Silverstone, alla curva 8 di Istanbul. Un’altra importante caratteristica del COTA è la prima curva, che ha una pendenza notevole e rappresenta una delle maggiori difficoltà per i piloti, in quanto è una vera e propria curva “cieca”. Inoltre, è uno dei pochi circuiti presenti in calendario a essere percorso in senso antiorario.
Un altro aspetto molto caratteristico del Circuito delle Americhe è la torre di osservazione, realizzata dall’architetto Miró Rivera e costruito dalla ditta Patriot Erectors come punto di riferimento dell’autodromo. La torre è alta 251 piedi (circa 77 metri, ndr) e può essere scalata tramite un ascensore o una scala ad elica, composta da 419 scalini, fino a giungere ad una piattaforma di osservazione a 230 piedi di altezza (circa 70 metri, ndr). La piattaforma offre un panorama a 360 gradi del circuito, così come una vista del centro di Austin. Questa posizione di osservazione privilegiata, che è accessibile al pubblico tramite il pagamento di un ticket decisamente costoso, è in grado di ospitare fino a 70 visitatori e dispone di parapetti in vetro e un pavimento parzialmente di vetro. Il progetto della torre di osservazione, che interessa sia la forma sia il colore, è stato ispirato dall’immaginario visivo di auto sportive in movimento.
LA PAROLA A MICHELIN – “Quello di Austin è un tracciato molto impegnativo. Quest’anno poi non siamo completamente sicuri di cosa aspettarci. Il circuito ha subito lavori per sistemare le buche, vedremo quindi come si comporta l’asfalto rispetto all’anno scorso. Pensiamo che le nostre gomme si adattino a questa pista, ma fino a venerdì non siamo sicuri della superficie del tracciato. Il Gran Premio delle Americhe è come sempre un grande evento e ci sentiamo sempre ben accolti da organizzatori e tifosi. Siamo perciò determinati a fare la nostra parte per dare vita un grande spettacolo per tutti i presenti.”
ALBO D’ORO – Dato statistico monotono e lampante: 7 vittorie su 7 di Marc Marquez in MotoGP, seguito dalle 2 di Fenati e Rins, e da Bagnaia, Morbidelli, Lowes, Vinales, Terol, Martin, Kent e Miller a quota 1.
ORARI TV – Il Gran Premio sarà disponibile in diretta ed in esclusiva sulla piattaforma satellitare e digitale Sky, ai canali Sky Sport MotoGP HD e Sky Sport Uno HD; in chiaro, ma in differita, sul canale TV8.
VENERDI’ 12 APRILE
ore 16.00-16.40, Moto3, Prove libere 1
ore 16.55-17.40, MotoGP, Prove libere 1
ore 17.55-18.35, Moto2, Prove libere 1
ore 20.15-20.55, Moto3, Prove libere 2
ore 21.10-21.55, MotoGP, Prove libere 2
ore 22.10-22.50, Moto2, Prove libere 2
SABATO 13 APRILE
ore 16.00-16.40, Moto3, Prove libere 3
ore 16.55-17.40, MotoGP, Prove libere 3
ore 17.55-18.35, Moto2, Prove libere 3
ore 19.35-19.50, Moto3, Qualifica 1
ore 20.00-20.15, Moto3, Qualifica 2
ore 20.30-21.00, MotoGP, Prove libere 4 (dalle 21, in differita, sintesi qualifiche)
ore 21.10-21.25, MotoGP, Qualifica 1
ore 21.35-21.50, MotoGP, Qualifica 2
ore 22.05-22.20, Moto2, Qualifica 1
ore 22.30-22.45, Moto2, Qualifica 2
DOMENICA 14 APRILE
ore 15.40-16.00, Moto3, Warm Up
ore 16.10-16.30, Moto2, Warm Up
ore 16.40-17.00, MotoGP, Warm Up
ore 18.00, Moto3, Gara (20.00 differita su TV8)
ore 19.20, Moto2, Gara (21.20 differita su TV8)
ore 21.00, MotoGP, Gara (23.00 differita su TV8)