Anteprima Austin 2019 | Info, orari, TV e statistiche
21 Marzo 2019 - 9:17
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La serie americana torna in pista per il secondo round del campionato 2019

A due settimane dalla gara di St.Petersburg, che ha visto trionfare Josef Newgarden e il team Penske, la NTT IndyCar Series si appresta a disputare la seconda corsa stagionale. E quella del 24 marzo non sarà una gara qualunque. La categoria statunitense a ruote scoperte in questo weekend correrà per la prima volta al Circuit of the Americas, tracciato inaugurato dalla Formula 1 nel 2012 e finora mai toccato dalla IndyCar.

Dopo anni di rumors e trattative che non si erano mai concretizzate, nel 2018 i vertici della serie americana e i gestori dell’impianto di Austin sono finalmente riusciti a imbastire un tavolo di discussione concreto, e nel mese di agosto è arrivata l’ufficialità del debutto della IndyCar al COTA nel 2019. La pista texana è stata scelta come sede del primo evento stagionale su un tracciato permanente, ed è andata a occupare in calendario il posto riservato negli ultimi tre anni all’ISM International Raceway di Phoenix.

 

Chip Ganassi Racing/Official Twitter

 

STORIA – L’idea di costruire una pista ad Austin è sorta nel 2010, grazie a Tavo Hellmund. Il tracciato è stato concepito per diventare una meta fissa delle gare di Formula 1, rendendolo per questo inimitabile rispetto agli altri impianti sparsi nel territorio americano. La costruzione della pista venne affidata alla società HKS Inc., coadiuvata dall’architetto Hermann Tilke, già responsabile del layout di svariati circuiti apparsi nel mondiale di Formula 1 a partire dal 1999. Nonostante alcune tensioni fra i promotori del GP degli Stati Uniti e i costruttori dell’impianto, il COTA ha visto la luce nella seconda metà del 2012, nel pieno rispetto della tabella di marcia prevista per la realizzazione. Nel settembre 2012 l’ispezione condotta da Charlie Whiting, delegato tecnico della FIA scomparso mercoledì scorso, ha ufficialmente approvato il rispetto di tutte le normative di sicurezza. Con l’arrivo della Formula 1 nel novembre 2012, il COTA si è imposto prepotentemente nel motorsport, aprendo le porte a tantissime serie di successo, dal Motomondiale al WEC, passando per l’IMSA. E nel 2019 finalmente anche la IndyCar correrà sulla pista texana.

IL TRACCIATO – Il Circuit of the Americas, meglio conosciuto con l’acronimo COTA, si sviluppa su una lunghezza complessiva di 5 km e 513 metri ed è composto da 20 curve, nove a destra e undici a sinistra. Una degli aspetti peculiari di questa pista è l’enorme dislivello presente all’interno della stessa, che contribuisce a donarle un aspetto unico. Sono ben 41 i metri di dislivello tra il punto più basso e quello più alto all’interno del COTA. In tal senso balza subito all’occhio il caratteristico rettilineo del traguardo in salita, dove lo sbalzo altimetrico è di 22 metri (pendenza dell 11%, ndr). Dopo una forte frenata in curva 1, il tracciato prevede una piega a sinistra che immette in un settore di curve veloci destra-sinistra in rapida successione, sulla falsariga della Becketts di Silverstone.

 

 

Terminato il primo settore, il circuito presenta una curva a destra da seconda marcia (curva 9 ndr), che porta ad un’altra piega da percorrere in pieno fino a un tornantino. Lì inizia il rettifilo più lungo del COTA, quasi 1,2 km. Il rettilineo termina con una forte frenata, dove c’è il più evidente punto di sorpasso della pista. Da lì si svolta a sinistra, e inizia un settore molto lento, composto da curve tecniche da seconda marcia, che ricalcano il Motodrom di Hockenheim. Il circuito torna a essere più veloce in curva 17-18, che vanno condotte quasi in pieno in quarta marcia. Subito dopo c’è la svolta a sinistra di curva 19, da percorrere in terza marcia. Questo è uno dei punti dove i piloti commettono più errori, perché è la sezione della pista maggiormente sporca e le vetture arrivano dopo due curve a destra, dove l’anteriore destra è poco sollecitata e perde un po’ di temperatura. Dopo curva 19 c’è un’ultima staccata lenta a sinistra che immette sul rettilineo dei box.

STATISTICHE – Quella di quest’anno sarà la prima gara della IndyCar ad Austin, perciò non esiste alcun riferimento storico. Solamente Rossi ed Ericsson arrivano al COTA avendo già disputato qualche gara in categorie a ruote scoperte, con lo svedese in pista per cinque anni consecutivi in Formula 1 nel GP degli Stati Uniti. Ma anche gli altri attori principali della IndyCar non arriveranno ad Austin alla cieca: a febbraio i piloti hanno infatti avuto la possibilità di svolgere due giorni di test al COTA, così da poter prendere confidenza con la pista in vista del secondo appuntamento del campionato.

 

Andretti Autosport/Official Twitter

 

Nel corso delle due giornate di prove invernali a spiccare su tutti è stato Colton Herta, che ha fissato l’attuale record del tracciato della IndyCar in 1’46.6258. L’unico a essersi avvicinato ai tempi del pilota dell’Harding-Steinbrenner è stato Alexander Rossi, che si è fermato a due decimi da Herta. Terzo pilota più veloce Power, che però non è riuscito ad abbattere il muro dell’1’46 e nel primo giorno di test è stato autore di un testacoda. Diversi piloti si sono resi protagonisti di uscite di pista o 360° nel primo settore, con le curve veloci che si sono rivelate particolarmente ostiche per le attuali DW12. Il pilota più attivo nei test è stato Josef Newgarden con 115 giri percorsi, mentre Tony Kanaan ha potuto completare solo 56 tornate a causa di cronici problemi alla monoposto durante la prima giornata di test.

TV – L’appuntamento dell’IndyCar Classic del COTA verrà trasmesso in diretta e in esclusiva su DAZN. Come reso noto all’inizio di questo mese, la piattaforma di servizi streaming e on demand a pagamento si è aggiudicata i diritti di trasmissione di tutte le gare della NTT IndyCar Series fino al termine del 2020. Dopo aver mandato in onda la gara inaugurale del campionato, DAZN alle 18.40 di domenica irradierà il secondo evento stagionale della IndyCar.

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