Anteprima 500 Miglia di Indianapolis | Info, orari, TV e statistiche
24 Maggio 2018 - 21:04
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Indy 500
La gara più importante della IndyCar, quest'anno alla centoduesima edizione, promette emozioni e spettacolo

Is it May yet? Non è ancora maggio? Questa massima, che da generazioni circola nei paddock della IndyCar, rivela meglio di qualunque altra frase quel sentimento di spasmodica attesa e fibrillazione che permea la 500 Miglia di Indianapolis, la gara più importante della serie americana e una delle più prestigiose nell’intero panorama del motorsport. 

La corsa, arrivata quest’anno alla centoduesima edizione, si disputa sull’ovale più rinomato al mondo, l’Indianapolis Motor Speedway. Costruito nel 1909, l’ovale di Indianapolis ha organizzato la prima Indy 500 nel 1911 per cercare di dare lustro all’impianto, garantendo al vincitore un premio di 25.000 dollari. Mai decisione fu più azzeccata! Quell’evento è diventato una delle pietre miliari del motorsport, e da allora la gara ha sempre avuto luogo, fatte salve due pause nel 1917-1918 e fra il 1942 e il 1945 a causa dell’impegno delle forze armate statunitensi nelle Guerre Mondiali. Tra il 1950 e il 1960 la 500 Miglia di Indianapolis ha assunto un’importanza tale da essere insignita come gara valevole per il campionato di Formula 1, nell’ottica anche di un reciproco accordo di promozione fra Formula 1 e AAA Championship Car.

 

 

IL CIRCUITO – La pista di Indianapolis è un superspeedway, ovvero un ovale superiore alle 2 miglia di lunghezza. L’Indianapolis Motor Speedway si sviluppa su 2.5 miglia (4 km e 23 metri, ndr) ed è composto da due rettilinei di 0.625 miglia ciascuno (1 km, ndr), due tratti di rettifilo brevi di 0,125 miglia (0,201 km, ndr) e quattro curve a 90 gradi da 0.250 miglia (0.402 km, ndr), con un livello di banking di 9 gradi. Quest’anno i piloti hanno trovato un asfalto di nuovissima generazione, con la Firestone e i gestori dell’impianto che hanno lavorato a lungo negli ultimi mesi per sistemare una ventina di piccoli avvallamenti sparsi lungo la pista. La situazione è totalmente differenti rispetto agli albori dell’ovale, che era composto da un miscuglio di pietre e catrame. Successivamente si passò a una pavimentazione composta da 3,2 milioni di piccoli mattoni, e da 1937 si è passati a un asfalto tradizionale. Per tenere alta la bandiera della tradizione, è stata mantenuta una piccolissima porzione di mattoncini in corrispondenza del traguardo, la celebre Brickyard.

 

 

AJ Foyt disse che a Indianapolis l’approccio alla gara è molto semplice: “Bisogna girare a sinistra e poi ripetere l’operazione altre 799 volte”. Ovviamente vincere a Indianapolis è molto più complicato, e la frase storica del 7 volte campione USAC va presa come una battuta. Vincere la 500 Miglia di Indianapolis è tutt’altro che semplice! I piloti devono essere pronti a continui cambi di strategia: in primis perché la corsa è lunga, e in 200 giri c’è il margine per provare qualcosa di diverso. In secondo luogo, con 33 vetture in pista, le caution sono frequenti, perciò è molto facile che tutti i piani vengano scombussolati da un incidente o da una bandiera gialla. Chi pianifica una sola strategia non ha alcuna possibilità di successo!

Per quanto riguarda l’assetto, è molto importante avere una monoposto facile da guidare in condizioni di traffico e che permetta di sfruttare la scia di chi sta davanti. Quest’anno è ancora più importante questa chiave di lettura, stante la difficoltà dei piloti nel tentare una manovra d’attacco nelle simulazioni di passo gara svolte nei turni di prove libere. Molto importante ai fini del successo è la gestione del consumo dell’etanolo. E’ inutile spingere al massimo per tutto lo stint, perché si rischia di rientrare anticipatamente e di compromettere la gara, perché a Indianapolis paga molto di più girare con la vettura scarica di carburante rispetto al vantaggio derivante dal montare gomme nuove. Chi è in grado di allungare il suo stint, ha ottime probabilità di issarsi nelle prime posizioni. E’ infine molto importante la regolazione delle sospensioni, che nelle gare su superspeedway sono asimmetriche. E’ fondamentale trovare il giusto compromesso tra inserimento in curva ed efficienza in rettilineo: a volte privilegiare troppo un assetto che favorisca l’ingresso nelle curve porta ad avere una monoposto che tende sulla sinistra nel dritto, con i piloti costretti a tenere il volante girato sulla destra sui rettifili.

COSÌ ANDÒ NEL 2017 – L’ultima edizione della 500 Miglia di Indianapolis ha incoronato Takuma Sato, uscito vincitore dopo una lotta serrata contro Castroneves e Jones. Il pilota dell’Andretti Autosport ha gestito ottimamente l’etanolo per tutta la corsa, lasciando sfogare nella prima parte di gara i suoi compagni di squadra, per poi issarsi in alto negli ultimi cinquanta giri. Ottimo il debutto in IndyCar di Alonso, capace anche di mettersi in prima posizione per diverse tornate e di occupare stabilmente la top 7. Il pilota spagnolo non è riuscito a vedere la bandiera a scacchi, a causa del cedimento del suo motore Honda al pari del compagno di squadra Hunter-Reay. Gara da dimenticare per il poleman Dixon, autore di un terribile incidente con Howard e miracolosamente uscito illeso da una monoposto praticamente distrutta. Non ha preso parte alla Indy 500 Bourdais, che aveva rimediato una frattura al bacino e a un’anca in un violento botto contro il muro durante il suo run di qualifica.

 

 

QUALIFICHE 2018 – I pronostici della vigilia e i riscontri delle prove libere nei giri senza scia erano tutti a favore del team Penske, e invece a conquistare la pole position è stato Ed Carpenter. Con quattro giri sensazionali il pilota statunitense ha ottenuto la sua terza pole in carriera alla 500 Miglia di Indianapolis, e si è messo alle spalle il trio Pagenaud, Power, Newgarden, cioè i piloti full timer di Roger Penske. Danica Patrick ed Helio Castroneves sono riusciti a bagnare i loro ritorni in IndyCar e a Indianapolis con l’accesso alla Fast Nine. Solo trentaduesimo Rossi, autore di un brutto errore nel suo terzo giro di qualifica. Clamorosamente eliminato nel Bump Day Hinchcliffe, così come Mann.

STATISTICHE – Nessun pilota ha vinto la 500 Miglia di Indianapolis in più di quattro occasioni. Solamente tre piloti hanno bevuto il latte quattro volte: AJ Foyt, Rick Mears e Al Unser, tutti e tre americani. Mears, a differenza degli altri due, è il recordman nella classifica delle pole position, con ben sei partenze al palo, contro le quattro di Foyt, secondo in questa speciale lista. Dal canto suo la leggenda texana può vantare ben tre successi con una vettura del team di sua proprietà, ed è l’unico uomo vivente ad aver vinto almeno una volta la 500 Miglia di Indianapolis, la 24 Ore di Le Mans e la Daytona 500. Foyt è anche il pilota che ha corso più edizioni della 500 Miglia di Indianapolis, ben 35.

Al Unser è il pilota che è riuscito a vincere la sua ultima 500 Miglia di Indianapolis a più anni di distanza dalla prima affermazione; il pilota americano ha infatti vinto per la prima volta nel 1970, e ha colto il suo quarto e ultimo successo nel 1987, a 17 anni di distanza. Poco distanti in questa statistica il “solito” Foyt, con 16 di distanza tra la prima e ultima vittoria, e Montoya, che trionfò da rookie nel 2000 e fece il bis nel 2015. Sam Hanks ha invece vinto per la prima volta alla sua tredicesima partecipazione alla 500 Miglia di Indianapolis, ed è l’uomo che ha atteso più a lungo di tutti il successo nella gara più importante dell’anno. Kanaan, che ha scacciato l’incubo Indianapolis nel 2013, ha vinto alla sua dodicesima presenza all’evento.

 

 

Il team Penske è la squadra che ha trionfato in più occasioni a Indianapolis, con ben 16 centri. Molto staccati l’Andretti Autosport e Lou Moore Racing, con 5 vittorie. Sebbene la Indy 500 sia una gara dove l’esperienza gioca un ruolo importante, in ben dieci circostanze ad aggiudicarsi la vittoria è stato un pilota esordiente. L’ultimo rookie a cogliere il successo è stato Alexander Rossi nel 2016, in occasione della centesima edizione della 500 Miglia di Indianapolis. Tra i piloti in attività, anche Castroneves vanta una vittoria all’esordio (2001, ndr).  Il pilota che ha comandato la corsa per più giri è Al Unser, con ben 644 tornate da leader. AJ Foyt è invece colui che in più edizioni della Indy 500 è stato in testa per almeno un giro. Il texano è stato leader della gara in ben 13 differenti occasioni, così come Kanaan, che ha raggiunto Foyt l’anno scorso. Il campione IRL 2004 ha inoltre comandato la corsa in sette edizioni consecutive: nessuno ha fatto meglio.

Nella gloriosa storia della 500 Miglia di Indianapolis, undici donne hanno provato a qualificarsi, e dieci di loro ce l’hanno fatta: Amber Furst nel 1983 fu respinta per mancanza d’esperienza. La primatista per numero di gare corse è Sarah Fisher, con 9 partenze. Danica Patrick, tornata quest’anno in IndyCar per chiudere la carriera alla 500 Miglia di Indianapolis, è a quota otto. La pilota dell’Ed Carpenter Racing è stata l’unica donna ad arrivare fra i primi tre, grazie al terzo posto ottenuto nel 2009, ed è stata in testa per 29 giri.

 

 

C’è spazio anche per l’Italia nell’albo d’oro, con Teo Fabi autore della pole position nella 500 Miglia di Indianapolis del 1983. Ralph De Palma, nato a Foggia, vinse la Indy 500 nel 1915 quando non aveva ancora ottenuto la cittadinanza americana, e vinse la corsa più prestigiosa in America come italiano.

RECORD – Il 1996 rimane l’anno dei record a Indianapolis. L’ottantesima edizione della Indy 500 rimane ancora oggi la migliore di sempre sotto il profilo della performance pura. Durante le prove Arie Luyendyk riuscì a compiere un giro in 37.616 secondi, a una velocità media di 239.260 miglia orarie (385.052 km/h). In qualifica lo stesso Luyendyk si avvicinò molto a quel crono, con un 37.895, e percorse quattro tornate in 2.31.908 secondi, a una media di 236.986 miglia orarie (381.392 km/h). Il giro più veloce in gara appartiene a Eddie Cheever, che nel 1996 nel bel mezzo della corsa realizzò un sensazionale 38.119. La 500 Miglia di Indianapolis più veloce di sempre è quella del 2013. Kanaan completò i 200 giri della corsa in un tempo complessivo di 2 ore, 40 minuti, 3 secondi e 418 millesimi, con una velocità media di 187.433 miglia orarie.

TV – La 500 Miglia di Indianapolis verrà trasmessa in diretta e in esclusiva su Sky Sport 2 HD, canale 202 della pay TV satellitare, a partire dalle ore 18.00.