Fernando Alonso ha brillantemente superato il Rookie Orientation Program, il test obbligatorio che devono svolgere tutti i piloti che vogliono correre delle gare sugli ovali della IndyCar, e potrà ufficialmente prendere parte all’edizione numero 101 della 500 Miglia di Indianapolis.
Nella giornata di ieri il pilota spagnolo, al volante della DW12-Honda numero 29 dell’Andretti Autosport, ha percorso per 110 volte l’ovale di Indianapolis, percorrendo il suo miglior giro 222,548 miglia orarie (358 km/h, ndr), circa 8 miglia orarie in meno rispetto al giro della pole dello scorso anno. Alonso ha preso confidenza con la pista, cercando di capire meglio la traiettoria ideale da seguire e come interpretare il banking delle curve. Negli ultimi giri il pilota della McLaren ha girato con un assetto leggermente più scarico, e ha anche svolto delle simulazioni di ripartenza da caution.
Tutto il team Andretti è rimasto impressionato da Alonso, e Michael Andretti ha confidato: “Ha fatto alla perfezione tutto ciò che doveva fare. Ha passato senza problemi le tre fasi del programma per i rookie, così si può andar giù più pesante col lavoro. Ora sta guardando i riscontri della telemetria, e si vedrà se corrispondono al suo feeling con la macchina. Sta imparando tanto e in fretta: è uno dei migliori piloti al mondo e si capisce perché. Ha cercato di capire meglio le traiettorie, e le cambiava giro dopo giro per avere dei feedback. Aveva un po’ di sottosterzo e ci ha lavorato su: sta facendo degli esperimenti. In un giro pensavo che stesse un po’ calando di rendimento, poi si è subito ripreso alla grande, perciò tutto sta andando bene”.
“Aveva già fatto dei giri al simulatore, ma non si può mai sapere quello che dirà la pista – ha spiegato Eric Bretzman, ingegnere di pista di Alonso e vincitore della Indy 500 del 2008 come strategist di Scott Dixon – E’ andato più forte di quanto ci aspettassimo, Molte cose sono andate secondo le sue previsioni. Lui è uno che capisce molto e che ha grande cura per i dettagli e le sfumature del tracciato. Ha studiato tanto le curve e ogni traiettoria. Fa tante domande, e si preoccupa di tantissime cose di cui deve essere allerta. Sono piuttosto impressionato. Fosse stato per lui, avrebbe guidato fino al tramonto se non avesse piovuto. Il prossimo passo da fare sarà capire come correre al meglio in condizioni di traffico”.