Un podio a Monte Carlo – Anders Jæger ha fatto la storia al suo primo rally come co-pilota Andreas Mikkelsen segnando un record, il più giovane navigatore a podio alla sua prima gara nel WRC. Nella prima parte di una intervista, ci parla delle sue esperienze e delle impressioni dei primi tre rally, i suoi obiettivi con Volkswagen, e com’è lavorare con Andreas.
Un podio, un quarto posto e un ritiro in Messico: ne hai già passate tante durante il breve periodo al fianco di Andreas Mikkelsen. Quali sono le tue impressioni finora?
Anders Jæger: Penso che ci sono tante cose positive guardando l’inizio della stagione. Siamo ancora terzi in campionato, anche se gli ultimi due rally non sono andati come avevamo sperato. L’altra cosa positiva è la squadra, tutti in Volkswagen sono stati incredibili con me, così gentili, disponibili e così professionali. Ognuno sta facendo del suo meglio per garantire che Andreas ed io possiamo fare bene, è molto bello essere parte di un team così professionale come Volkswagen, che ti dà molta motivazione. Io e Andreas vogliamo dare qualcosa di nuovo alla squadra conseguendo i migliori risultati possibili ad ogni rally.
Alla prima gara della stagione, il Rally di Monte Carlo, avete agguantato un bel secondo posto. Ti aspettavi un risultato così importante?
A. Jæger: Non posso dire che ce lo aspettavamo, ma sapevamo che avremmo potuto essere abbastanza veloci tra i top driver, perchè questo,era chiaro durante i test. Naturalmente, non si può paragonare una manifestazione completa con un test.
Dopo di che però, le cose non hanno funzionato così bene sia in Svezia che in Messico. Hai una spiegazione per questo, oppure è stata solo sfortuna?
A. Jæger: Non direi sfortuna, data la stagione di Andreas che aveva fatto nel 2015, ci siamo posti l’obiettivo di aumentare il nostro ritmo, ma allo stesso tempo di farlo in modo coerente. Naturalmente più veloce si va, più il rischio di errore aumenta. Volevamo sfidare Sébastien Ogier e Julien Ingrassia, cercavamo il momento buono proprio il primo giorno. In Svezia sarebbe stato molto difficile farlo subito dopo la partenza, dato che nella prima prova c’era qualcosa di simile a un lago subito dopo il palco, fattore che non era proprio adeguato a prendersi dei rischi. Dopo di che abbiamo cercato di accelerare il passo, con un po di fortuna in più avremmo potuto avere un risultato migliore, ma quando si va forte in questa maniera, se ne devono accettare le conseguenze.
Hai iniziato a condividere l’abitatolo della Polo WRC dall’inizio dell’anno, com’è il lavoro di squadra con Andreas?
A. Jæger: La chimica in macchina è sempre la cosa migliore, instaurare un buon rapporto è fondamentale. Vogliamo fare le cose per migliorarci poco alla volta, credo che sia sempre importante pensare di lavorare a piccoli passi. Noi ovviamente, vogliamo aumentare il ritmo ed arrivare a sfidare Sebastien e Julien, ma sappiamo anche che loro sono incredibilmente veloci e abbiamo il massimo rispetto per loro, questo è importante per non essere fanatici visionari, ma stare con i piedi per terra e molto realistici.
Prima del debutto al Rally di Monte Carlo, che ha fatto comprendere che il ritmo sarebbe stato molto più grande con molte differenze del WRC-3. Diresti ancora la stessa cosa dopo le prime tre gare?
A. Jæger: Sì. Il livello di concorrenza è decisamente più alto e i margini di errore sono ancora più piccoli. Se non fai un lavoro più che perfetto verrai punito ancor più severamente. Più alto è il ritmo, più preciso è necessario essere in tutto quello che fai. Il nostro obiettivo è la perfezione assoluta.
Il prossimo appuntamento sarà il Rally di Argentina. Secondo te, che cosa ha di speciale questo rally, soprattutto per te come copilota?
A. Jæger: come in Messico, una delle più grandi sfide per me è che non ho mai corso prima in Sud America. Ciò non significa che non possa fare un buon lavoro, Andreas ha sempre avuto un buon passo in queste gare, ma come dicevo prima l’errore può capitare qui e là, ed è un fattore che gli sono costati costati dei buoni risultati.
Ci sono un paio di rally in calendario che sono completamente nuovi. Come ti prepari e quali dati è possibile migliorare?
A. Jæger: Molto prima di diventare navigatore di Andreas ho passato molte ore a guardare video on-board di Andreas e Ola Fløene. Ho anche imparato a prendere il ritmo delle Note negli ultimi due anni. Mi danno una panoramica delle possibili peculiarità che ogni differente Rally possiede e delle sfide che mi possono attendere in un rally.
Fino a che punto sei in grado di utilizzare e leggere le Note con il ritmo di Ola Fløene degli ultimi anni?
A. Jæger: ho potuto provarle e leggerle durante i test, ma non si riesce a fare un lavoro certamente perfetto se non migliorarsi in gara. Per questo motivo, ho come dovuto “tradurre” le Note, perchè durante le ricognizioni io le scrivo a modo mio, in modo così da poter soddisfare sia il ritmo di Andreas che il mio lavoro.
Guardando tutta la stagione, c’è qualche gara di cui sei particolarmente impaziente di essere presente?
A. Jæger: Il Rally Germania sarà ovviamente molto speciale per Volkswagen, e ovviamente anche per noi. La manifestazione di casa per il nostro Team è sempre qualcosa di speciale. In un certo senso però, non vedo l’ora di essere ad ogni rally, per me è la,prima stagione nel WRC da ufficiale ed è tutto nuovo.
A. Jæger: un po di Vita privata “Sono andato ‘all-in’ !”
Anders è il nuovo acquisto della squadra di Volkswagen, dal momento che all’inizio di questa stagione, Jæger ha preso il posto sul sedile del navigatore a fianco di Andreas Mikkelsen. “Non molto tempo fa, questa era una cosa che non mi potevo nemmeno sognare. Stavo già seguendo una carriera completamente diversa prima di andare ‘all-in’ per diventare un copilota”. Durante l’intervista, Anders Jæger chiacchiera sulla sua vita prima del motorsport, dei primi metri al Rally di Monte Carlo, e una sera alla console giochi che ha cambiato tutta la, sua vita.
In confronto con altri piloti e copiloti del WRC, sei arrivato in questo sport relativamente tardi. Come descriveresti la tua vita prima?
A. Jæger: Prima di arrivare nel motorsport, ho studiato economia a Oslo. Sono sempre stato interessato allo sport, e ho fatto una quantità incredibile di sport. A volte, facevo anche cinque o sei diversi sport allo stesso tempo. Non sono sicuro se questo sia stato il migliore approccio, forse stavo solo cercando il mio futuro.
Che cosa vuoi dire con questo?
A. Jæger: Ho costantemente migliorato e mi sono sviluppato nelle diverse discipline sportive. Ad un certo punto però mi sono reso conto che ero bravo in una certa tipologia di sport, ma non eccellevo in nessuno di loro. Il mio sogno è sempre stato quello di potermi guadagnare da vivere attraverso lo sport. Quando ho avuto la certezza di questa sensazione la mia idea non era più realistica, così ho iniziato a studiare. Se non fossi diventato un co-pilota, probabilmente sarei finito in un ufficio facendo un normale lavoro dalle nove alle cinque.
Si può ancora immaginare di fare altro forse nel tempo libero e dopo il motorsport?
A. Jæger: Non ho ancora realmente considerato cosa potrei fare – adesso è troppo presto per pensare a questo genere di cose, anche perché sono,giovane e all’inizio della mia carriera professionale. Si può pensare a questo proposito quanto si vuole, ma non si sa mai cosa ha in serbo e cosa ci possa riservare il futuro, quali porte si apriranno e quali no. Pertanto, penso che sarebbe una perdita di tempo al momento.
Come hai fatto a diventare un copilota? In altre parole: come si fa a diventare un copilota?
A. Jæger: Non so se ci sia un modo classico per diventare un copilota perché io non ne sapevo quasi nulla di motorsport, ma credo che il mio è stato sicuramente un approccio insolito. Non ho mai sognato di essere un copilota, e non l’ho mai nemmeno pensato. In ultima analisi, è stato Andreas che mi ha portato nel motorsport e a fare il navigatore nello specifico.
Come?
A. Jæger: Stava cercando un copilota.
E lui ti voleva?
A. Jæger: La relazione tra un pilota e un copilota è qualcosa di molto speciale. È assolutamente importante avere fiducia l’un l’altro al 100 per cento. Allo stesso tempo, il mercato dei navigatori in Norvegia/Scandinavia non è particolarmente grande, così Andreas ha preso un nuovo approccio, in me ha trovato una persona Amica di cui avesse fiducia e di farla diventare un Navigatore. Voleva farmi diventare e formare a diventare un copilota come gli poteva servire a lui, io non avendo mai corso non avevo le mie abitudini di lettura e ritmo ed ho imparato secondo come serve ad Andreas. Dato che ci conoscevamo l’un l’altro già da alcuni anni, diventando amici durante questo periodo, abbiamo appreso che siamo molto simili in tanti modi e punti della vita. Ad esempio, pensiamo allo stesso modo, condividono gli stessi interessi, ed entrambi amiamo la competizione allo stato puro.
Vi ricordate ancora quando ti ha chiesto di essere il suo copilota?
A. Jæger: Certo. E ‘difficile dimenticare una cosa del genere. Eravamo seduti sul divano nel suo appartamento a Oslo, giocando alla PlayStation. Tutto ad un tratto mi ha detto: ‘Vuoi essere il mio copilota?’ Non ero sicuro di quanto seriamente fosse la domanda e di come si stesse comportando. Però io sono stato abbastanza veloce con la mia risposta, e ho detto: ‘Sì, certo. Dimmi dove e quando ed io ci sarò ‘.
Era solo uno scherzo, allora?
A. Jæger: Sì e no. Perché quella sera abbiamo quasi sempre parlato e considerato se tutto questo sarebbe stato possibile – e soprattutto in che modo. Ho creduto da subito che avrei potuto farlo, anche se sapevo che ci sarebbe voluto un sacco di impegno e lavorare molto duramente.
Quali sono stati i passi successivi?
A. Jæger: Per prima cosa ci siamo di nuovo trovati insieme ed abbiamo discusso di tutto molto più seriamente. Ad un certo punto, abbiamo poi iniziato un test iniziale, solo per vedere se era davvero realistico, e se avevo avuto una buona sensazione per la lettura delle note e soprattutto di poter avere un buon ritmo che piacerre ad Andreas. Questo è stato il primo passo sul mio cammino con Andreas, poi ho smesso di studiare e sono andato ‘all in’ a diventare un Navigatore.
Che storia e che piano audace per il tuo futuro. Che cosa ci dici su Andreas?
A. Jæger: Questo piano può sembrare un po folle, ma quando Andreas vede un modo per migliorare qualcosa, non si ferma e va fino in fondo, perché lui crede davvero nelle cose che fa. Credo che questo sia un buon modo per avvicinarsi alle cose, perché nella vita e nello sport soprattutto ad alto livello bisogna pensare fuori dagli schemi ed essere creativi e innovativi.
Data questa storia, come ti sei sentito a sederti a fianco a lui per la prima volta al Rally di Monte Carlo?
A. Jæger: E ‘impossibile descrivere come ci si sente perché è davvero tutto incredibilmente emozionante. Il mio polso batteva molto forte e ho pensato tra me e me: ‘Non c’è modo di tornare indietro adesso “Quando abbiamo finito la seconda prova speciale è stato tutto ovviamente fantastico. Quando poi abbiamo attraversato la linea del traguardo alla fine della Power Stage eravamo davvero estremamente soddisfatti del risultato e di come eravamo andati subito bene in sintonia tra noi due.