Per definizione, quella di Valencia è una gara speciale. E’ l’ultima in calendario ed è spesso palcoscenico di lotte mondiali ancora in atto. Per questo negli anni ha acquisito grande fama non solo per il layout in sé per sé, ma anche per lo spettacolo che riesce a consegnare al pubblico. Quest’anno, svuotata dall’assegnazione di titoli mondiali, Valencia ha preso in prestito la pioggia torrenziale tipica della Malesia, e l’ha riversata (quasi) incessantemente su piloti e squadre, per tutta la durata del weekend. Ne è scaturita una gara incertissima, con svariati colpi di scena, tra cui un’interruzione di una mezzoretta circa, che ha ribaltato le carte in tavola. Da tutto questo ambaradan, ne è uscito vincitore Andrea Dovizioso.
Il #04 è stato oggi, per antonomasia, un vero e proprio anfibio. E’ riuscito a gestire il ritmo, le condizioni atmosferiche, l’aderenza, con una calma olimpionica e soprattutto con intelligenza e razionalità. Anche quando le condizioni andavano via via peggiorando, Dovi ha rallentato di quei secondi al giro necessari per rimanere in piedi ed evitare inutili rischi: compito molto difficile, dato che molti degli specialisti sul bagnato sono andati in terra ben prima che le condizioni diventassero più che critiche. Interrotta la gara per impraticabilità della pista, Dovizioso alla ripartenza ha sverniciato dopo nemmeno un giro Rins e si è involato verso una vittoria che suggella la crescita di competitività sia di Andrea che della Desmosedici. Lo sguardo è ora rivolto verso il 2019, a caccia di un titolo mondiale inseguito ormai da 12 anni.
Non ha sfigurato di certo Alex Rins, anzi: ha dimostrato di essere maturato pienamente e di sapersi adattare ad ogni tipo di condizione atmosferica. Nemmeno un diluvio torrenziale lo ha spaventato: al contrario, gli ha permesso di accumulare secondi di vantaggio sugli inseguitori nella prima gara, tanto da consentirgli poi di partire in pole nella seconda. Un asfalto un po’ più asciutto e la voglia di portare un altro risultato importante a casa hanno probabilmente frenato Alex, che si “accontenta” di un secondo posto che è oro colato e che lo proietta fortemente ad essere uno dei candidati per la lotta mondiale del prossimo anno, competitività Suzuki permettendo.
Sul podio sale anche, per la prima volta in MotoGP, Pol Espargaro. Una gara coriacea, e molto probabilmente oltre i limiti, quella dello spagnolo, che regala a KTM una giornata da incorniciare, dopo le due affermazioni sia in Moto3 con Oncu che in Moto2 con Oliveira. Pol, dopo aver regalato spettacolo nella prima parte di gara, partito da una già clamorosa sesta casella, mentre era in lotta per la vittoria è incorso in una scivolata, che sembrava potesse pregiudicargli interamente il weekend. Rimessosi in sella, ancora in zona punti, Espargaro ha iniziato la sua rimonta. Dopo la ripartenza, liberatosi di Pedrosa, si è stabilizzato in quarta posizione, finchè Valentino Rossi non si è steso e gli ha ceduto il primo podio in carriera.
Gara da incorniciare anche per Michele Pirro, quarto. Il super collaudatore, anch’egli dopo un high-side nella prima gara, si è rimboccato le maniche e ha compiuto un’autentica rimonta, sfiorando il podio di un solo secondo. Grande gratificazione per lui, dopo lo spaventosissimo incidente del Mugello. Chiude con un quinto posto la lunga avventura in MotoGP Dani Pedrosa. Un risultato comunque onorevolissimo, date le non grandissime affinità di Dani col bagnato. Dietro di lui un ottimo Takaaki Nakagami, sesto e miglior pilota indipendente della gara, davanti a Johann Zarco, Best Indipendent Rider of the Year, Bradley Smith, alla sua ultima gara – per ora – in MotoGP, Stefan Bradl e Hafizh Syahrin. Lunga lista di caduti, a partire, in ordine cronologico, da Miller, Petrucci, passando per Marquez, dislocatosi nuovamente la spalla, Morbidelli, Vinales, volato alla 14, Bautista dopo la ripartenza ed infine Valentino Rossi, che getta via la piazza d’onore con una scivolata alla 12.
LA CRONACA DI GARA – Griglia di partenza incandescente qui a Valencia, a differenza dell’asfalto che supera a malapena i 10 gradi. Condizioni decisamente pessime, con il cielo che non sembra voler smettere di tirar giù acqua. Prima fila con Vinales, Rins e Dovizioso, seguiti da Petrucci, Marquez e Pol Espargaro. Lontano Valentino, solo sedicesimo. Parte il Gran Premio di Valencia, e Rins brucia letteralmente la concorrenza, prendendo subito un secondo di vantaggio su Dovizioso, seguito a ruota da Vinales, Espargaro e Marquez. Ottima partenza per Rossi, già decimo. Marquez e Espargaro inscenano un duello rusticano, mentre Vinales perde terreno e Rossi rimonta alla velocità della luce. Pioggia di cadute, con Miller che precede Pirro e Petrucci. Solo il pugliese riesce a rimettersi in sella, mentre gli alfieri Pramac devono dire definitivamente addio alla gara. Al giro 7 le condizioni sono davvero molto critiche, tant’è che Marquez vola letteralmente alla 10, dislocandosi un’altra volta la spalla incriminata. Questo è il segnale che la pista è davvero al limite del praticabile. Nel frattempo Rossi, grazie ad un ritmo costante e alle cadute degli avversari, è virtualmente sul podio, dietro Rins e Dovizioso. Al giro dieci cade Iannone, che stava rimontando piuttosto velocemente. Giro 13, e caduta in sequenza per Vinales e Morbidelli. All’inizio del giro 14, Dovizioso alza la mano: è bandiera rossa! Non essendo stati completati i due terzi di gara, si dovrà ripartire con una gara sprint, situazione molto simile ad Assen 2016. Nel frattempo i piloti caduti, ora nei box, sono visibilmente contrariati, sostenendo che la gara poteva essere interrotta ben prima. Intorno alle 15 ecco la ripartenza, con una gara, su un asfalto bagnato ma più accettabile, di soli 13 giri. Pronti, via, e Rins scatta come di consuetudine a fionda, portandosi dietro Dovizioso e Rossi. Dietro di loro Pedrosa e Espargaro. Ottimo scatto anche per Michele Pirro. Secondo giro, e Dovi scavalca Rins, prendendo metri importanti di vantaggio. Pedrosa nel frattempo duella con Espargaro, mentre Pirro è già sesto. Settimo giro, e Rossi passa con una manovra decisa Rins, gettandosi all’inseguimento di Dovizioso. Pirro passa Pedrosa, mentre la pioggia comincia ad intensificarsi nuovamente. Decimo giro, e Rossi va giù alla 12. In questo momento Espargaro è sul podio, seguito come un segugio da Pirro. Bandiera a scacchi, e Dovizioso trionfa davanti a Rins, Pol Espargaro, Pirro, Pedrosa, Nakagami, Zarco, Smith, Bradl, Syahrin, Redding, Lorenzo, Rossi, Abraham e Torres.