A partire dal mese di novembre la NTT IndyCar Series ha dato una sterzata importante nella prospettiva di espandere nuovamente la serie al di fuori dei confini nord americani, e sono stati riagganciati i contatti con le autorità pubbliche di Queensland per valutare la fattibilità di un ritorno della categoria a stelle e strisce a Surfers Paradise.
La premier di Queensland, Annastacia Palaszczuk, ha potuto parlare in un paio di occasioni con Mark Miles, CEO della Hulman & Co., società che gestisce la IndyCar. I colloqui hanno evidenziato la volontà di entrambe le parti di riportare in vita la gara di IndyCar nella Gold Coast, un evento storico del campionato ma assente dai calendari dal 2009.
Nelle ultime settimane le trattative sono proseguite, e il governo di Queensland ha messo in piedi un analisi costi-benefici per cercare di capire il potenziale impatto della gara della IndyCar a Surfers Paradise, in modo tale da verificare se l’evento possa generare un ritorno d’immagine ed economico superiore all’esborso necessario per la fase organizzativa e promozionale della gara.
Stando a quanto fatto filtrare da Nine News Gold Coast, le spese sostenute nei diciotto anni in cui la IndyCar ha corso in Australia si sono avvicinate ai 217 milioni di dollari australiani (136 milioni di euro circa, ndr) a fronte di un beneficio economico per la zona di più di tre volte superiore, quantificabile in 750 milioni di dollari australiani (470 milioni di euro circa, ndr). Di fronte a numeri del genere, la possibilità di un nuovo approdo della IndyCar a Surfers Paradise aumenterebbero vertiginosamente.
Nella negoziazione fra Queensland e la Hulman & Co. non è però secondaria la collocazione in calendario della gara. La IndyCar vorrebbe correre in Australia verso fine febbraio, nel round iniziale del campionato, mentre la corsa di Surfers Paradise si è spesso tenuta in ottobre, mese nel quale nella Gold Coast si disputa l’evento della V8 Supercars.