A Tutto Gas – Quando si uccide la passione dei tifosi in favore dello show televisivo
27 Giugno 2014 - 0:40
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FIA-and-F11A volte penso che la Federazione lo faccia apposta, non so perchè ma negli ultimi sei mesi ho letto, visto e sentito tante, troppe cose strane. Cosa sta succedendo a questa Formula Uno? E’ una domanda che in molti si stanno ponendo, soprattutto alla luce delle ultime novità che ci giungono dal Consiglio Mondiale della FIA. E’ difficile trovare una riposta a questa domanda, soprattutto è difficile rendersi conto che strada ha imboccato questa nuova Formula Uno, che punta sulla riduzione dei costi e sull’ibrido (tecnologia che è il futuro dell’automobilismo). Nonostante siano due ottime premesse per un regolamento chiaro, io vedo tanta confusione, dettata soprattutto da una Federazione che vuole snaturare uno sport in favore dello show. Sei mesi fa commentavamo una delle decisioni più folli nella storia del Circus, quella norma che assegna il doppio punteggio nell’ultimo appuntamento della stagione. Commentavamo, protestavamo e pensavamo che una cosa peggiore non poteva mai esistere…evidentemente ci sbagliavamo. Nelle modifiche attuate oggi dalla FIA, in collaborazione con il tanto chiacchierato Strategy Group, c’è l’intera essenza del nuovo modo di intendere la categoria regina per quanto riguarda il mondo delle corse.

safety car bahrain 2014Si cerca lo spettacolo in maniera maniacale, quasi come fosse un film hollywoodiano diretto da Steven Spielberg. Si è deciso di ripartire da fermi dopo un regime di Safety Car, una scelta in favore dello show. Una regola antisportiva, che penalizza in maniera eccessiva chi magari era riuscito a creare quel gap nelle fasi precedenti di gara. Una modifica che toglie fascino alla partenza del primo giro, dove i piloti, pur di guadagnare qualche posizione, mettono in mostra il meglio del proprio repertorio in quanto a freddezza, precisione e concentrazione. Viene a mancare anche il fattore abilità nelle ripartenze in movimento, fasi che ci hanno sempre regalato momenti di grandissima emozione. Tralasciando il fattore sport, inoltre, bisogna anche eseguire una valutazione di tipo tecnica, visto che bisognerà rivisitare tutte le frizioni delle vetture, dato che non sono progettate per affrontare un numero tale di partenze. Ci sono troppe cose che non vanno. Siamo arrivati al punto che, pur di fare spettacolo, ogni team dovrà inserire nel fondo dei pattini in titanio per creare delle scintille artificiali.

COL2799_mediagallery-pageLa domanda sorge spontanea: perchè? Puntano davvero a riconquistare ascolti creando scintille con dei pattini in titanio che strisciano sull’asfalto? Dulcis in fundo, il capolavoro dei capolavori, dalla prossima stagione il parco chiuso partirà all’inizio delle FP3, una soluzione che non permetterà ai piloti di poter eseguire quelle piccole modifiche di assetto in previsione delle qualifiche. Un’idea portata avanti in nome della riduzione dei costi. Riduzione costi che ridurrà il numero dei test in pista e le attività in galleria del vento. Ne ho lette tante nelle ultime 12 ore e penso che forse è arrivato il momento di guardare in faccia alla realtà, di affrontare i problemi e non di prendersi più in giro. La Federazione deve ascoltare gli appassionati, appassionati che pagano fior di quattrini pur di assistere ai Gran Premi e che passano ore e ore su internet a parlare di un prodotto che comincia a vacillare. Proprio ieri leggevo il commento di una giovane studentessa di Ingegneria, che, nonostante tutto, continua a trovare in questa passione la motivazione per gli studi ed il lavoro. La Formula Uno è ricca di questi appassionati e bisogna ripartire proprio da loro, puntando sulla qualità e non sulla massa.

Montezemolo2Lasciamo la possibilità ai motoristi di poter lavorare sulle loro power unit, riportiamo in alto lo sviluppo tecnologico con un regolamento più “libero”, diamo un paio di power unit in più ad ogni squadra, seguiamo uno schema simile alla MotoGP per quanto riguarda i test in-season, discutiamo sull’introduzione delle vetture clienti (abbassando quindi i costi per piccoli team) e attiviamo questo benedetto budget cap, con controlli seri per quanto riguarda le spese delle grosse squadre, specificando cosa rientra e cosa non rientra in questo contenimento dei costi. Seguiamo lo schema IndyCar per quanto riguarda l’assegnazione punti, dando la possibilità a tutte le squadre di prendere punti. Cerchiamo di dare vita a lotte anche nelle zone meno nobili della classifica. Infine, perchè non abbassare le spese di iscrizione al campionato? Magari con piccole agevolazioni economiche per le new entry.  Bisogna ridare serietà ed appetibilità ad uno sport che comincia pericolosamente a vacillare, ridiamo qualità ad un sistema che sta imboccando una strada sbagliata. Le scintille, le vuvuzelas negli scarichi e lo show forzato sono cose che bisogna lasciare stare, non sono questi i particolari che hanno reso la Formula Uno uno degli sport più amati a livello mondiale. Non è ancora tutto perso. Caro Montezemolo, ci sei?