La IndyCar è ormai totalmente concentrata sul 2018, e la realizzazione e distribuzione dello universal bodywork a tutti i team della serie è ormai prossima. Il kit aerodinamico universale, che avrà il compito di sostituire gli aerokit di Chevrolet e Honda, è stato testato su ogni tipologia di tracciato presente in IndyCar, ottenendo sempre riscontri soddisfacenti.
Lunedì e martedì la categoria ha provato anche a Sebring lo universal bodywork. Oltre a Montoya, tester ufficiale per Chevrolet, e il rappresentante della Honda Servia, erano presenti anche quattro piloti che corrono full time in IndyCar. Ai test c’erano il campione in carica Newgarden, Pigot, Hinchcliffe e Dixon. I primi due guidano vetture spinte da motori Chevrolet, mentre Dixon e Hinchcliffe hanno girato su una DW12 con propulsore Honda.
Il pilota più veloce è stato Dixon, che ha girato in 53.8 secondi. Va però detto che l’obiettivo del test non era quello di stracciare il record della pista: i piloti dovevano valutare la bontà dell’impianto frenante, con tutto il materiale che ora viene fornito dalla PFC, e del telaio Dallara.
“Non credo che sarebbero potuti andare meglio questi test – ha dichiarato Servia – Dal primo giro a Indianapolis all’ultimo a Sebring: tutto è stato perfetto. La nostra missione era provare la macchina in condizioni diverse e vedere se c’era correlazione fra i dati della pista e quelle delle simulazioni. Poi dovevamo verificare che i pezzi nuovi non si muovessero troppo o volassero via e che l’impianto di raffreddamento dei freni e del motore funzionasse correttamente. Abbiamo completato il programma di lavoro e la macchina si è comportata come ci aspettavamo in ogni situazione e su tutte le piste. IndyCar, Dallara, Chevrolet e Honda hanno fatto un lavoro perfetto, rendendo queste vetture già pronte per l’anno prossimo”.