24h Le Mans: Hulkenberg, Tandy e Bamber portano Porsche al trionfo dopo 17 anni
15 Giugno 2015 - 13:09
|

L’ottantatreesima 24 ore di Le Mans si è rivelata essere una delle più combattute degli ultimi 15 anni. Oltre a quella del 2009, in cui a vincere fu Peugeot, e quella del 2011, in cui il distacco tra primo e secondo è stato di soli 15 secondi, questa 24 ore ha visto un’intensa battaglia per la vittoria finale tra le tre Porsche e le tre Audi.

Ad avere la meglio tra le due case cugine del gruppo Volkswagen è stata la Porsche #19 di Nico Hulkenberg, Nick Tandy ed Earl Bamber. L’equipaggio meno favorito per il trionfo finale si è rivelato essere il migliore dei tre schierati dalla casa di Stoccarda. La vittoria è andata quindi all’unica delle tre Porsche che non competono nel campionato WEC, bensì a quella schierata solamente per Spa e Le Mans.

I tre piloti che l’hanno portata al traguardo in prima posizione, ovvero Earl Bamber, Nick Tandy e Nico Hulkenberg, sono tutti e tre dei rookie in questa grande classica. I primi due provengono dal vivaio della Porsche, mentre il terzo guida per Force India in Formula 1. Quest’ultimo dettaglio porta Hulkenberg a essere il primo pilota ad aver vinto Le Mans nello stesso anno in cui ha corso in F1 dal 1978, quando a vincere fu Didier Pironi che in quell’anno correva in F1 con la Tyrrell.

LMP1: Germania schiacciasassi contro Giappone versione formichina
L’equipaggio dei tre rookie non ha commesso un errore in tutta la gara portando la #19 al traguardo con 395 giri all’attivo (due in meno del record 2010) e precedendo di 1 giro la Porsche #17 di Mark Webber, Timo Bernhard e Brendon Hartley. La Porsche “rossa” ha perso le chance di vittoria nel momento in cui Webber ha effettuato un sorpasso in Slow Zone, prendendo 1 minuto di penalità. Terzo posto e quarto posto per l’Audi #7 di Fassler, Lotterer e Treluyer e la #8 di Di Grassi, Jarvis e Duval. La prima è stata l’unica insieme alla #9 (settima al traguardo) a contendersi la vittoria fino alla fine, salvo poi incappare in dei problemi che hanno allontanato le chance di vittoria di entrambe a circa 3 ore dalla fine. La #8 invece ha avuto problemi sin dall’inizio quando Duval è andato tamponare la Ferrari #51 a Indianapolis e in seguito è andato a sbattere contro le barriere. Il lavoro dei meccanici non è servito dato che il tempo perso è diventato irrecuperabile. A sandwich tra le tre Audi, al quinto posto c’è la Porsche #18 autrice di due dritti a Mulsanne prima con Dumas e poi con Lieb.

In questa 24 ore si può parlare quindi di Germania schiacciasassi in LMP1 con le case tedesche che occupano con sei vetture le prime sette posizioni. Capitolo a parte per le case giapponesi, ovvero Toyota e Nissan. La prima campione del mondo, non è mai entrata in gara. Mai competitiva e mai al passo di Porsche e Audi, è caduta nel dimenticatoio dopo pochi minuti. In gara ha sfruttato i problemi dell’Audi di Albuquerque, Bonanomi e Rast per piazzarsi al sesto posto con la #2 di Wurz, Sarrazin e Conway, ma con 8 giri di gap dal vincitore. Un giro in più per la #1 dei campioni in carica con Davidson, Buemi e Nakajima, con l’inglese che è stato anche autore di un contatto che gli ha danneggiato il fanale anteriore destro, costringendolo a perdere ulteriore tempo ai box.

24 ore utilizzate più come test che come competizione per Nissan che è partita con tanti slogan di innovazione a Le Mans, ma che alla fine ha raccolto ben poco. Le tre vetture hanno trascorso quasi più tempo ai box che in pista. La #23 addirittura è costretta a partire con 5 giri di ritardo per dei problemi avuti prima della gara. Tra una visita ai box e qualche tornata in pista, la Nissan migliore, e anche l’unica al traguardo, è stata la #22 di Tinknell, Krumm e Buncombe, la quale si è piazzata al 40° posto con 153 giri di gap dalla Porsche vincitrice. Non avendo completato il 70% dei giri della Porsche #19, non è quindi stata classificata alla gara. La #23 di Pla, Mardenborough e Chilton si è ritirata a poche decine di minuti dal termine per dei problemi sulla vettura e anche la #21 di Matsuda, Shulzhitskiy e Ordonez è stata costretta al ritiro, ma nel corso della notte. Inoltre la #22 è stata anche protagonista di uno scontro con un animale, sempre nel corso della notte, sul rettilineo che porta a Indianapolis. Per fortuna nulla di grave altrimenti sarebbe stato il primo ritiro per la casa giapponese.

LMP2: KCMG dominatrice in tutta la settimana
Nella seconda classe dei prototipi un solo nome risplende nel corso di tutta la settimana. Questo è quello del team KCMG che ha brillato dalle prove libere del mercoledì fino all’ultimo minuto della gara di domenica. Mai messa in pensiero, tranne nelle ultime fasi in cui la stanchezza dei piloti ha rischiato di compromettere la vittoria. La Oreca 05 #47 guidata da Matt Howson, Richard Bradley e Nicolas Lapierre ha tagliato il traguardo con 48 secondi di vantaggio sulla Gibson 015S #38 del team Jota con Dolan, Evans e Turvey alla guida. Questi ultimi si sono resi protagonisti di una grande rimonta, compresa di battaglia per il secondo posto con la Ligier JSP2 #26 di Rusinov, Canal e Bird che hanno tagliato il traguardo al terzo posto.

Il primo posto è sempre stato sotto il controllo di KCMG che ha addirittura messo un giro di distacco tra se e la seconda posizione. Seconda posizione arrivata a Jota dopo che nel corso della notte la TDS Racing #46 è stata messa fuori gioco da una vettura GT compromettendo una posizione quasi sicura per il team francese.

Menzione speciale, in LMP2, va a Tracy Krohn che nel corso delle ultime ore di gara di è reso protagonista di numerosi testacoda che hanno portato ad un tratto di gara singhiozzato a causa delle continue Slow Zone impartite per rimettere sulla retta via il pilota americano. Oltre a lui bisogna ricordare anche lo SMP Racing con Aleshin, e i fratelli Ladygin. Il trio russo è stato per lo più inquadrato dalle telecamere per via delle continue forature ottenute da parte dei tre piloti. Non a caso il Krohn Racing e lo SMP Racing hanno chiuso nelle ultime due posizioni di LMP2, dietro addirittura a un gran blocco di GTE Pro e GTE Am.

GTE Pro: Disastro Aston Martin parte 1, Corvette vittoriosa inaspettata
La 24 ore di Le Mans nei box Corvette sembrava essere terminata giovedì dopo l’incidente di Jan Magnussen in uscita dalle curve Porsche. Con la Corvette #63 distrutta, il team ha deciso di ritirare l’equipaggio dalla competizione per impossibilità di riparazione o sostituzione del telaio.

A vincere inaspettatamente è stata però l’altra Corvette, l’outsider tra le due, la #64 con Olivier Gavin, Tommy Milner e Jordan Taylor che hanno sfruttato il naufragio Aston Martin durante la notte e la sfortuna di AF Corse nelle battute finali della gara.

Naufragio per i primi visto che Fernando Rees, leader delle GTE Pro con l’Aston #99 e autore della pole, è autore di un tamponamento ai danni della LMP2 del TDS Racing, già citato in precedenza. A differenza della LMP2, l’Aston è tornata ai box, ma i danni erano talmente tanti che i meccanici hanno perso molto tempo nelle riparazioni. Per i secondi, quelli della Ferrari #51, una rottura al cambio nel finale, ha compromesso le loro chance di vittoria. Il trionfo era quasi sicuro per la vettura dell’AF Corse, ma un problema meccanico, molto raro in casa Ferrari, ha regalato la vittoria a Corvette.

La casa americana è quindi l’unica ad aver conquistato la vittoria di classe e a non partecipare nel Campionato Mondiale Endurance, bensì nel Tudor United SportsCar Championship. Seconda e terza posizione per le due Ferrari del team AF Corse con la #71 di Davide Rigon, James Calado e Olivier Beretta che è riuscita a precedere la #51 di Gianmaria Bruni, Toni Vilander e Giancarlo Fisichella. Da notare che entrambi gli equipaggi sono stati autori di maestose rimonte con il primo che ha dovuto recuperare dall’ultima fila dopo la retrocessione avuta dai commissari, e la seconda che ha risalito la china dopo il contatto con l’Audi #8 nelle prime battute della corsa.

La prima delle Aston Martin è la Art Car #95 del trio danese Nygaard, Thiim e Sorensen. Solo quinto posto per la prima e unica Porsche Manthey superstite, quella di Lietz, Christensen e Bergmeister con la #51.

GTE Am: Disastro Aston Martin parte 2, trionfo per SMP Racing gli unici veri rivali
La gara in classe amatori è stata una continua sfida a due tra l’Aston Martin #98 di Paul Dalla Lana, Pedro Lamy e Mathias Lauda e la Ferrari #72 dello SMP Racing di Victor Shaytar, Aleksey Bason e Andrea Bertolini. La prima posizione è stata incerta per molte ore della gara, salvo finire in mano ad Aston Martin dopo che la SMP Racing ha accusato un problema che ha portato i meccanici a mettere la Ferrari nel box per ripararla, andando a perdere due giri.

Nel finale il colpo di scena che nessuno si aspettava. A 40 minuti dal termine Paul Dalla Lana entra con troppa aggressività nelle chicane Porsche, la sua Vantage va quindi per la tangente contro i muro, buttando all’aria una vittoria ormai sicura. La Ferrari SMP Racing sfrutta così l’occasione per cogliere la vittoria. Al secondo posto un mastodontico Dempsey-Proton Racing con la Porsche #77 di Patrick Dempsey, Patrick Long e Marco Seefried. Il protagonista di Grey’s Anatomy ha sfogato a fine gara la sua commozione e la sua gioia come se avesse tagliato il traguardo al primo posto. Un’altra Ferrari 458, quella della Scuderia Corsa di Bill Sweedler, Townsend Bell e Jeff Segal ha chiuso al terzo posto. Tra questi ultimi due equipaggi, un’accesa sfida ha infiammato le ultime ore di gara per contendersi quella che era la momentanea terza posizione, salvo terminarla quando Bell è finito in testa coda a Mulsanne.

La vittoria di Hulkneberg, Tandy e Bamber e il Dempsey Racing con il suo podio fanno dimenticare, in parte, un week-end non eccellente per le Porsche GT che, sia durante le qualifiche con il team AAI sia durante la gara con il team ufficiale e l’Abu-Dhabi Proton, sono andate a fuoco con un po’ troppa facilità.

Il prossimo appuntamento con il WEC sarà la 6 Ore del Nurburgring che si svolgerà a fine agosto, mentre la prossima 24 Ore di Le Mans avrà luogo il 18 e il 19 giugno del 2016.