Le prime quattro ore della 24 Ore di Le Mans 2019 hanno avuto una progressione abbastanza lineare che ha visto solo tre brevi Full Course Yellow causate da detriti lasciati in pista dalla Porsche #88 con Satoshi Hoshino, dalla Ferrari dello Spirit of Race e dalla Dallara del Team Nederland.
Nel corso di questa fase iniziale della gara Mike Conway, con la Toyota #7 autrice della pole position, ha creato un gap incredibile durante il suo stint. In circa 3 ore al volante della TS050, l’inglese ha rifilato circa 50 secondi a Sébastien Buemi sulla Toyota #8. Il pilota britannico aveva messo tra sé e il team mate circa 3 secondi e mezzo solo nel primo giro.
Per quanto riguarda le LMP1 non ibride, un’interessante sfida ha visto impegnate le Rebellion e le SMP Racing nel corso del primo stint, salvo poi perdere di vista le due vetture russe dopo la prima sosta e la Rebellion #1 protagonista di due testacoda e una breve sosta all’interno dei box per una riparazione veloce.
In classe LMP2 i poleman del TDS Racing hanno perso abbastanza velocemente la prima posizione, scivolando addirittura in decima piazza. La lotta per la leadership si è riaperta nell’ultima ora dopo una Signatech Alpine in viaggio solitario nelle prime fasi. Ora la vettura francese è impegnata in un faccia a faccia con l’Aurus del G-Drive Racing. Il terzo e quarto posto è ad appannaggio delle due vetture del Jackie Chan Racing con la #37 davanti alla #38. Bisogna scendere in quindicesima posizione per trovare il team tutto italiano del Cetilar Villorba Corse.
Tra le GT, il BoP applicato all’Aston Martin ha dato i suoi frutti praticamente dal via, con la Vantage AMR risucchiata prima dalla Corvette e poi dal resto del gruppo in pochi giri. Proprio la C7.R è al comando della gara dal terzo giro, lasciando la prima posizione ad altri solo in occasione dei pit stop.
Intensa è la sfida per il secondo posto che ora vede la Ferrari 488 #51 di AF Corse davanti agli altri. Un’ottima strategia attuata durante l’ultima Full Course Yellow ha permesso a James Calado di recuperare diverse posizioni. Alle spalle della Rossa ci sono la Porsche #92 con Vanthoor, quindi le Ford #69 e #67 di Dixon e Bonmarito. Quest’ultimo, anch’esso in lotta per il secondo posto, ha dovuto abbandonare il gruppo per uno stop&go legato ad un unsafe release.
Solo una dodicesima posizione per la prima delle BMW con la M8 #82 di Jesse Krohn, mentre sprofondata in quattordicesima la prima delle Aston Martin con Darren Turner (95).
Nelle GTE Am, dopo un buon primo stint della Porsche #88 del Proton-Dempsey con Matteo Cairoli, l’amatore Satoshi Hoshino ha fatto precipitare la 911 in fondo alla classifica dopo una serie di testacoda, fuoripista e rottura di fari. Al comando c’è ora l’altra vettura di Stoccarda del team dell’attore statunitense, la #77 con Julien Andleur. Alle spalle di Porsche c’è l’unica Ford privata, quella di Keatin Motorsport, staccata però di 45 secondi dalla vetta. Altri 45 secondi tra la GT e la 488 del JMW Motorsport.