LE MANS – Ieri si è conclusa la gara più prestigiosa del motorsport mondiale, la 24 ore di Le Mans. L’evento arrivato al 90° anniversario, dalla prima gara, ha visto susseguirsi diverse azioni che hanno stravolto il proseguo della corsa. Dieci minuti dopo lo start il primo colpo di scena, l’Aston Martin #99 di Allan Simonsen è andata scontrarsi violentemente contro le barriere, della curva Tetre Rouge, dopo aver perso il controllo per la presenza di asfalto umido. La vettura ha provocato l’uscita della Safety Car (la prima di undici, ndr), la quale è rimasta sul terreno di gara per circa 60 minuti. Qualche ora più tardi la casa automobilistica inglese ha comunicato che il pilota danese, coinvolto nell’incidente, ha perso la vita, ma nonostante ciò la gara continua. (Sui social network e il giorno seguente sui quotidiani, si scatenano utenti e giornalisti sul fatto che la gara non sia stata fermata).
Ritornando sulla gara si è potuto notare come le due Toyota siano riuscite a tenere il passo delle tre Audi nei primi giri, sfruttando le condizioni precarie del tracciato, e addirittura a sopravanzare le vetture #2 e #3 portandosi in seconda. Per lo più la vettura #7 ha tentato l’attacco sull’Audi #1 per agguantare la prima posizione. Al rientro della Safety Car, la pista ormai asciutta ha risaltato i problemi della Toyota in condizioni normali. Le vetture nipponiche perdevano diversi secondi dalle vetture tedesche, il che ha fatto si che ritornassero ad occupare le posizioni di partenza.
Nelle prime ore della sera si sono verificati i due colpi di scena più grandi dell’intera corsa. Inizialmente l’Audi #3, che occupava la 3a posizione, fora uno pneumatico nella frenata della curva Dunlop e quindi è stata costretta a percorrere ben 12 km su 3 ruote, perdendo quindi la posizione a vantaggio delle due Toyota. Pochi secondi dopo il rientro della 3a vettura Audi ai box, arriva anche la #1, che fino ad allora stava dominando la gara. Per la monoposto dei campioni in carica non si è trattato di un semplice rabbocco di carburante ma di una sosta di quasi tre quarti d’ora causa un problema all’alternatore. La vettura della casa di Ingolstadt è rientrata in pista in 22a posizione a 12 giri di distacco dalla #2 che aveva preso il comando della gara.
Come detto in precedenza la Safety Car è entrata in pista per ben 11 volte e 4 di queste uscite sono dovute a degli incidenti che hanno seriamente danneggiato i guard rail a tal punto da far intervenire i commissari di pista al fine di sostituirli. La vettura di sicurezza è stata una dei protagonisti della gara, grazie anche alla pioggia che in diversi momenti della corsa ha reso difficile la guida dei piloti che montavano gomme slick. Il fattore Safety Car è stato molto importante per Audi che è riuscita a limitare i danni del maggior numero di pitstop rispetto a Toyota, il che, su lunga distanza, avrebbe potuto favorire la casa nipponica per la vittoria finale.
Alcune delle caution, che si sono verificate in gara, sono state causate da incidenti di vetture che al momento ricoprivano posizioni per loro importanti. Queste situazioni si sono verificate soprattutto nelle ultime ore di gara e sono l’incidente di Macowiecki, pilota Aston Martin #99, che all’uscita della prima chicane del rettilineo Mulsanne ha perso la propria vettura, similmente a quanto accaduto al suo collega deceduto a inizio gara. Per fortuna, il pilota francese è uscito indenne dalla propria auto ma rischiando di farsi male saltando il guard rail. Il driver Aston Martin, al momento dell’incidente era primo della classe GTE Pro. Al termine della SC causata dal pilota transalpino, la pista era ancora umida e questa volta alla seconda chicane di Mulsanne, a pagarne le conseguenze è stata la Lola Rebellion #13 di Andrea Belicchi che allo stesso modo dell’Aston Martin, è andata a impattare contro le barriere. A differenza della vettura inglese, la nera-oro è riuscita a tornare ai box e a ripartire, dopo due ore e mezzo di riparazioni, tornando in pista oltre la 40a posizione. Il pilota italiano, coinvolto nell’incidente, ha subito la rottura di alcune costole.
Nell’ultima ora di gara, la Safety Car è scesa in pista nuovamente per la pioggia che però non era più quella leggera e a zona che si è vista durante la gara, ma un vero e proprio diluvio che ha interessato tutto il circuito. La prima vettura a rimetterci le “penne” è stata la Toyota #7 che occupava la 4a posizione. Grazie al lavoro dei commissari la vettura nipponica è riuscita a tornare ai box e a ripartire dopo le dovute sistemazioni. Pochi chilometri più indietro, l’Audi #1 ha rischiato di essere coinvolta nel testacoda della Morgan-Nissan #35 che in quel momento occupava la 1a posizione della classe LMP2. La vettura nera-rosa è riuscita a ripartire e a non perdere la posizione, grazie al vantaggio di due giri che aveva sulla vettura gemella.
Al termine di quest’ultima ora di fuoco (anzi di acqua) a trionfare, nella classifica assoluta e in classe LMP1, è stata l’Audi #2 di Tom Kristensen, Allan McNish e Loic Duval, il quale aveva conquistato la pole position nella giornata di mercoledì. Si tratta rispettivamente della 9a, 3a e 1a vittoria della gara più prestigiosa del motorsport. Per quanto riguarda Audi, questa è la 12a affermazione in 15 partecipazioni. Al secondo posto conclude la Toyota #8 di Davidson, Buemi e Sarazzin, i quali portano a casa il primo podio Toyota nella 24h da quando la casa nipponica è tornata in gioco. Terzo posto per l’Audi #3 di Genè, Di Grassi e Jarvis.
Quarta posizione per l’altra Toyota di Wurz, Lapierre e Nakajima e quinta per l’Audi #1 dei campioni in carica Lotterer, Fassler e Treluyer, i quali avevano dominato fino al problema all’alternatore ma che sono stati protagonisti di una fantastica rimonta dalla 22a posizione. Sesta posizione e prima delle vetture private di LMP1 per la HPD Honda #21 di Leventis, Watts e Kane.
In classe LMP2 a trionfare è stata la Morgan-Nissan #35 di Bertrand Baguette, Ricardo Gonzalez e Martin Plowman. Oltre a vincere, l’equipaggio è riuscito a piazzarsi in 8a posizione assoluta precedendo di una posizione la vettura gemella, la #24 di Pla, Brundle e Heinemeier Hansson. Terzo posto per la Oreca 03 #24 di Rusinov, Martin e Conway.
Dominio assoluto della Porsche nelle classi GT. In GTE Pro a trionfare è stata la 911 RSR #92 di Marc Lieb, Richard Lietz e Romain Dumas, che hanno conquistato il 16° posto assoluto e hanno preceduto di un giro i compagni di squadra Bergmeister, Pilet e Bernard a bordo della Porsche #91 del team ufficiale AG Manthey. Terza posizione per l’Aston Martin # 97 di Dumbreck, Mucke e Turner.
Male la 24 ore delle Ferrari le quali hanno risentito dell’introduzione del BOF (Balance of Performance, ndr) a bordo delle vetture Porsche e Aston Martin. La monoposto del cavallino meglio piazzata è la #71, di Beretta, Kobayashi e Vilander, che ha chiuso in quinta posizione di classe. L’altra vettura del team AF Corse, la #51 di Bruni, Fisichella e Malucelli, ha chiuso subito dietro.
Come anticipato, anche in classe GTE Am, la Porsche è riuscita a piazzare una delle sue 911 GT3 RSR sul gradino più alto del podio. A vincere è stato l’equipaggio #76 di Raymond Narac, Christophe Bourret e Jean-Karl Vernay, che hanno ottenuto la 26a posizione nella classifica assoluta. Dietro di un giro le due Ferrari 458 Italia. La prima è la #55 composta da Case, Perazzini e O’Young, seguita a 80 secondi dalla #61 di Cioci, Griffin e Gerber.
A un giro dal leader e a circa 90 secondi dalla Ferrari, ha concluso la Porsche #77 del team Dempsey-Del Piero Racing, la quale, nel corso della notte, dopo un errore della Porsche #88, è riuscita a condurre la gara (nella classe GTE Am, ndr) proprio con l’attore americano Patrick Dempsey.
La prossima edizione della 24 ore di Le Mans, ovvero l’ottantaduesima si svolgerà nei prossimi 21 e 22 giugno 2014, mentre per quanto riguarda il campionato FIA WEC, la prossima tappa, la quarta, sarà la 6 ore del Brasile sul circuito di Interlagos a Sao Paulo, il prossimo 1° settembre.