Push to Pass – Sorry Hamilton: il titolo lo merita Rosberg
23 Novembre 2016 - 21:09
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Mai come nel 2016 la sfida iridata fra i piloti Mercedes è parsa aperta. Lewis Hamilton e Nico Rosberg, coadiuvati da una Mercedes W07-Hybrid velocissima, hanno guidato spesso su livelli eccellenti, dandosi parecchio filo da torcere e arrivando al round conclusivo di Abu Dhabi separati di soli 12 punti, con il campionato piloti ancora in discussione.

Mai nella storia due compagni di squadra hanno avuto un confronto così acceso in pista nell’arco di una stagione. Sono state ben tre le occasioni in cui Rosberg ed Hamilton hanno avuto scontri ravvicinati nel 2016: in Canada il pilota tedesco ha preferito tirare lungo per evitare l’incidente, ma a Barcellona e in Austria il contatto c’è stato, e in Spagna i due piloti della Mercedes si sono addirittura eliminati a vicenda.

Ad Abu Dhabi cala il sipario sul campionato 2016 e sul duello fra fastback-gp-abu-dhabi-2015-rosberg-hamiltonHamilton e Rosberg. E secondo il sottoscritto, è Nico Rosberg che merita di diventare campione del mondo. Non era semplice per il figlio d’arte riemergere dopo un 2015 in cui Hamilton lo aveva letteralmente massacrato. Certo: Rosberg aveva avuto più problemi nell’arco della stagione (due motori in fumo a Monza, la foratura provocata da Ricciardo in Ungheria, l’acceleratore che si rompe dopo 4 giri in Russia), ma quasi mai il pilota tedesco era stato al livello di Hamilton, che fin da Melbourne aveva messo in pista tutta la sua classe cristallina. Nel 2016 Rosberg è stato fenomenale nel ripartire da zero psicologicamente, presentandosi a Melbourne senza troppa pressione e con grande voglia di rivalsa; infatti quest’anno si è quasi sempre visto un Rosberg competitivo e veloce.

Diversi appassionati attribuiscono alla fortuna la causa del distacco di Hamilton in classifica su Rosberg, con la rottura del motore in Malesia che sta costando parecchio al tre volte campione del mondo, e la partenza dal fondo in Cina e in Belgio e dalla decima posizione a Sochi che hanno spianato la strada al compagno di squadra. E’ indubbio che Rosberg abbia avuto meno problemi tecnici di Hamilton quest’anno, così come è vero che il pilota tedesco ne aveva avuti di più nei tre precedenti anni di Mercedes, con tanto di rottura dell’ERS nel GP di Abu Rosberg Pole CinaDhabi 2014, gara in cui i due piloti si giocavano il titolo, e per giunta unico gran premio della storia della F1 con un punteggio doppio. Non è detto che a Rosberg non succeda nulla a Yas Marina, ma di certo se finisse il campionato con meno problemi d’affidabilità di Hamilton non ci sarebbe da gridare allo scandalo, alla luce del bilancio dei problemi avuti dai due negli anni di convivenza a Brackley.

Quest’anno Rosberg ha inoltre convinto per la capacità di non arrendersi mai. Il Rosberg del 2014-2015 non si sarebbe probabilmente mai ripreso dopo la rimonta furiosa di Hamilton in estate e dopo il trittico orrendo Barcellona-Montecarlo-Montreal. Il Rosberg del 2016 ha sempre reagito alla grande ai momenti di crisi: a Baku ha dato una dimostrazione di forza adattandosi alla perfezione a un cittadino insidioso e nuovo per tutti, mentre Hamilton in qualifica continuava ad andare lungo, con tanto di toccata a muro nel Q3. Dopo l’Hungaroring, Rosberg ha rosberg-q3-gp-singapore-2016infilato una serie di quattro vittorie su cinque gran premi, umiliando Hamilton a Singapore, pista dove spesso il pilota inglese ha dato spettacolo, e nella quale quest’anno ha preso 7 decimi in qualifica dal compagno di squadra. 

Rosberg ha poi avuto un altro merito quest’anno: ha sfruttato i punti deboli del suo avversario. Il tallone d’Achille di Hamilton nel 2016 è stato lo start, e spesso Rosberg ha fatto tesoro di questo. In ben quattro occasioni (Australia, Bahrain, Monza, Suzuka), l’ex pilota della Williams ha sorpassato il compagno di squadra in partenza, costruendo lì le sue vittorie e il guadagno di punti in campionato. L’anno scorso Hamilton sbagliò qualche partenza, ma Rosberg fu capace di approfittarne solo in Austria. Rosberg al momento è davanti in campionato anche perché ha sbagliato meno rispetto ad Hamilton, e questo è certamente un merito del figlio di Keke, che ha sfruttato ogni errore del compagno di squadra per rosicchiargli qualche punto in classifica.

Va inoltre aggiunto che, se Hamilton è ancora in corsa per vincere il titolo, lo deve al gioco di squadra attuato dalla Mercedes a Montecarlo. Rosberg lì lasciò passare il pilota hamilton rosberg monaco 2016inglese, che poi vinse la gara grazie a un madornale errore ai box della Red Bull. Hamilton, con la vittoria a Monaco, ha guadagnato su Rosberg ben 19 punti, anziché perderne 3, o guadagnarne 3 nel caso in cui fosse riuscito a passare il compagno di squadra al pit stop, evento tra l’altro alquanto probabile, così come sarebbe stato impossibile riprendere Ricciardo se Rosberg non avesse obbedito alla decisione del muretto box Mercedes. Sul bottino di punti di Rosberg pesano inoltre a sfavore le penalità a Silverstone e ad Hockenheim per regole (sui team radio e sul blocking) poi cambiate a campionato in corso. Con le regole attuali, non sarebbe stato punito il team radio in cui la Mercedes a Silverstone spiegava a Rosberg come resettare il cambio, che era rimasto bloccato in settima marcia. E con le regole attuali, nel duello con Verstappen ad Hockenheim, sarebbe stato penalizzato il pilota della Red Bull, reo di essersi mosso a frenata già iniziata. Allora ad essere penalizzato fu Rosberg, per aver spinto fuori dal tracciato Verstappen.

Infine, un eventuale titolo piloti sarebbe un bel premio alla carriera per Rosberg. Il tedesco è un pilota di talento. Non un fenomeno, ma sicuramente veloce, determinato e ottimo giocatore di squadra, che è uscito dall’anonimato molto tardi, complici le vetture mediocri che si è ritrovato a guidare per molti anni, e con le quali ha comunque disputato molte belle gare. Nei primi anni di Mercedes ha sempre vinto il confronto con Schumacher, e 2015 a parte, non ha sfigurato contro un campionissimo come Hamilton. Rosberg non ha mai mollato, ha lavorato duramente per cercare di realizzare il suo sogno, nonostante la difficoltà nel battere un compagno di squadra che è oggettivamente un fenomeno. Un Rosberg campione sarebbe un messaggio stupendo per la F1 e il motorsport: un Rosberg titolato sarebbe la prova che il duro lavoro e i sacrifici per migliorare possono avere la meglio anche sul talento naturale.

Perciò: Sorry Hamilton. Il titolo lo merita Rosberg.