24H Daytona | Dittatura Cadillac con finale al veleno. Ford pigliatutto in GT
30 Gennaio 2017 - 14:25
|
Una gara tiratissima e ricca di caution, come da tradizione in America. Fa festa il Wayne Taylor Racing con il nostro Max Angelelli, ma è polemica per la toccata con la vettura gemella di Albuquerque. Ford batte Porsche e Ferrari in GT Le Mans. Porsche al top in GT Daytona.

Una corsa folle quella conclusasi a Daytona, nella 24 ore che come sempre apre il campionato americano IMSA. La vittoria Cadillac non è mai stata messa in discussione, ma il finale ha regalato scintille. La vittoria se l’è presa la vettura numero 10 di Ricky Taylor, il fratello Jordan, il nostro Max Angellelli e Jeff Gordon, anche se la stella NASCAR ha fatto solo un paio di stint dato che era molto più lento dei compagni di vettura. Secondo posto per l’altra Cadillac DPI dell’Action Express con Filipe Albuquerque, Joao Barbosa e Christian Fittipaldi. Il podio è stato completato dalla Riley del VisitFlorida.com Racing con Renè Rast, Marc Goosens e Renger Van Der Zanden.

La gara è partita subito con le Cadillac in controllo, mentre dietro la vettura vincitrice che subito al via superava la Rebellion di Jani con uno scatenato Ricky Taylor. La vettura elvetica è presto uscita dai giochi per dei problemi tecnici durante la seconda ora. Segnali di battaglia ha provato a darli Brendon Hartley, che sulla vettura numero 22 del team ESM si è anche portato in vetta alla classifica per diversi giri. Attorno a metà gara poi, mentre era al comando, il neozelandese dopo aver montato le gomme da bagnato per l’acqua che aveva iniziato a scendere, ha perso il controllo della sua Ligier sbattendo contro la Porsche GTD di Wolf Henzler. La gara cosi vedeva la Cadillac numero 10 di Angelelli salire al comando. Problemi nelle prime fasi hanno attardato anche la Cadillac numero 31 di Mike Conway, costringendo il team Action Express a dare la caccia alla vettura di testa con un auto sola, la numero 5 di Albuquerque. Una lunga caution ha neutralizzato la corsa tra la quattordicesima e sedicesima ora, a causa della molta pioggia scesa. La pista si è man mano asciugando sul far del giorno riportando le squadre a montare le slick. Nei prototipi si è deciso tutto negli ultimi 5 minuti. La Action Express di Albuquerque al comando è stata toccata alla prima curva dall’altra Cadillac di Ricky Taylor, che passava cosi al comando con il portoghese costretto a un testacoda e al secondo posto finale. La direzione di corsa lo ha dichiarato un incidente di gara confermando cosi la vittoria del team di Wayne Taylor. Grande soddisfazione per Angelelli che non poteva congedarsi dalle corse in un modo migliore, con la seconda vittoria a Daytona, successo che gli mancava dal lontano 2005.

In GT Le Mans non è mancata la lotta. Come si poteva prevedere la vittoria è andata alla bellissima Ford GT, che qui aveva debuttato tra mille difficoltà un anno fa. A far festa è stata la numero 66 partita in pole, con Joey Hand, Dirk Muller e Sebastièn Bourdais, lo stesso equipaggio vincitore di classe a Le Mans nel 2016. La vittoria Ford era prevedibile, ma non tutte le difficoltà con cui è arrivata. Strepitosa la prova della neonata Porsche 911 RSR, che ha chiuso seconda al debutto con l’equipaggio composto da Patrick Pilet ( autore di un finale esaltante), Frederic Makowiecki e Dirk Werner, seguiti dagli eroici ragazzi della Risi Competizione , con la Ferrari 488 GTE numero 62, del terzetto di Giancarlo Fisichella, Toni Vilander ( MVP di classe) e James Calado.

La Ford ha controllato le prime fasi di gara, con Joey Hand in fuga al via, mentre un fantastico Vilander superava subito le altre due Ford alla prima curva, più prudenti Porsche e Corvette, inesistenti per tutto il week-end le BMW, vera delusione del fine settimana di Daytona. La corsa si è animata nelle ore di pioggia, quando le Porsche hanno come al solito fatto la differenza in condizioni di precaria aderenza, andando al comando delle operazioni. La Corvette per un errore di Fassler ha visto presto fuori dai giochi la vettura numero 4 vincitrice lo scorso anno. Anche la Porsche ha perso diversi giri sulla vettura numero 912, cosi come la Ford con la numero 67. Nell’ultimo pit stop i velocissimi ragazzi della Corvette hanno fatto uscire davanti la loro C7R, con Garcia che precedeva la Ferrari di Calado e la Ford di Muller. Al restart dalla caution subito Calado e Muller si sono sbarazzati della giallona americana e il pilota Ferrari fino a mezz’ora dalla fine ha comandato la corsa. A quel punto la Ford ha scatenato la sua forza e alla prima curva Muller con una staccatona ha sverniciato l’inglese, mentre anche Pilet ne approfittava portandosi a casa il secondo posto. Il francese di casa Porsche ha anche infastidito la Ford di testa, che però ha allungato nel finale portando la vettura numero 66 in trionfo.

Nelle GT Daytona la casa tedesca si è però rifatta con gli interessi con la vittoria della 911 GT3 R numero 28 del velocissimo Michael Christensen, assieme a Carlos de Quesada, Daniel Morad, Michael de Quesada e Jesse Lazare, che per un niente hanno avuto la meglio con la loro Porsche sull’Audi numero 29 di Connor de Philippi, Jeffrey Smith, Jules Gounon e Christopher Mies. A completare il podio la buona prova della Mercedes numero 33 di Jeroen Bleekemolen, Ben Keating, Mario Farnbacher e Adam Christodolou. Il finale di classe è stato tiratissimo e per la Ferrari, dopo la doppietta in qualifica e partita favoritissima, è stata una vera beffa. La vettura numero 51 dello Spirit of race che aveva fatto la pole con Pier Guidi è uscita prematuramente dai giochi, ma la vera mazzata è stato il ritiro della numero 63 di Scuderia Corsa. Sam Bird, che tra la ventesima e la ventunesima ora aveva messo in atto una prodigiosa rimonta, si era portato in testa, ma a due ora dal termine il motore della 488 GT3 ha ceduto di schianto, lasciando ammutolita la rossa sul banking di Daytona, per la delusione estrema del team campione in carica della categoria